Skip to main content
Dopo la Lombardia, adesso cresce la pressione della crisi climatica sul Veneto, dove la Protezione civile ha appena emesso un bollettino avvisando che le piogge previste per le prossime ore «potranno generare nuovi incrementi dei livelli idrometrici, con ulteriori superamenti delle soglie di allerta». Per quanto riguarda la criticità idraulica è già stato decretato lo stato di allarme (rosso) nei bacini dell’Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone e Basso Brenta – Bacchiglione, e stato di preallarme (arancione) nel bacino del Livenza, Lemene e Tagliamento, attenzione sul resto dei bacini eccetto s...

L'Editoriale

La crisi climatica affoga Milano, mai così tanta pioggia da 170 anni

Luca Aterini
Luca Aterini
Dopo quasi due giorni di emergenza con nubifragi in tutta la Lombardia, che hanno portato il Seveso e il Lambro a esondare a Milano, la capitale economica d’Italia si trova per l’ennesima volta a misurare l’avanzata della crisi climatica sul proprio territorio. «Milano ieri ha vissuto una giornata molto difficile – dichiara l’assessore comunale a Sicurezza e Protezione civile, Marco Granelli – 120-130 mm localizzati di pioggia, in un solo giorno, non era mai capitato negli ultimi 170 anni, e il record era 98 accaduto nel 1990. E non solo a Milano ma anche nei bacini dei fiumi che passano per Milano». Il cambiamento climatico porta a un aumento in frequenza e intensità degli eventi meteo estremi, alternando le alluvioni a fasi di siccità. E il territorio nazionale, Milano compresa, si trova impreparato. «Gli allagamenti in Lombardia sono l'evidente conferma di quanto sosteniamo da anni – argomenta Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale che riunisce i Consorzi di bonifica (Anbi) – I bacini di espansione sono un'assicurazione per la salvaguardia idrogeologica dei centri urbani, come ha dimostrato anche il fiume Seveso; allo stesso tempo, diventano velocemente...
La notte non c'è più

La notte non c'è più

La notte non c’è più, l’inquinamento luminoso ha raggiunto livelli mai toccati prima. Nell’80% del mondo, di fatto le zone abitate, l’illuminazione è tale da non permettere una totale oscurità durante la notte. Oltre che essere spesso uno spreco questo ha riflessi sulla fauna selvatica e quindi sull’ambiente.
L’inquinamento luminoso altera i segnali visivi che indicano alla fauna selvatica quando migrare, cacciare e accoppiarsi, di fatto è diventato una minaccia all’habitat e mette a rischio di estinzione alcune specie animali come le lucciole. Un fenomeno che si può limitare con i sensori di movimento e le protezioni per le lampade, oltre ovviamente a un uso più misurato dei sistemi di illuminazione

#1

EPISODIO
Green PODCAST
  • Lorem ipsum dolor sit amet.