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Il pulcinella di mare, la Brexit e il cicerello

Ambientalisti filoeuropei e politici pro-brexit insieme contro la pesca dell’Unione europea
 |  Natura e biodiversità

Il 16 aprile l'Unione europea ha richiesto al Regno Unito di aprire consultazioni nell'ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie dell’EU-UK Trade and Cooperation Agreement (TCA) sulla decisione del Regno Unito di vietare la pesca del cicerello. Infatti, dal 26 marzo il Regno Unito ha chiuso la pesca del cicerello nelle acque inglesi del Mare del Nord e tutte le acque scozzesi e per Bruxelles «Questa misura limita in modo significativo l’accesso delle navi dell’Ue a questo tipo di pesca. L’Ue mette in dubbio la compatibilità della chiusura totale e permanente della pesca con i principi e gli obblighi previsti dal TCA. Nell’ambito del TCA, l’Ue e il Regno Unito hanno concordato di applicare misure basate sull’evidenza, proporzionate e non discriminatorie per la conservazione delle risorse biologiche marine».

I cicerelli  sono una varietà di specie di piccoli pesci ricchi di grasso e altamente nutrienti per gli uccelli marini. Si nutrono principalmente di plancton e il loro nome in inglese - sandeel - deriva dal comportamento dei cecerelli di seppellirsi nella sabbia per sfuggire ai predatori.

I pescherecci danesi sono i più colpiti dal divieto poiché ogni anno catturano circa 250.000 tonnellate di cicerelli nelle acque del Regno Unito che vengono trasformati in olio di pesce per l'alimentazione animale, in particolare per suini e salmoni d'allevamento.

La richiesta di consultazioni avvia formalmente un procedimento nell'ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie del TCA con l'obiettivo di trovare una soluzione reciprocamente accettabile alla controversia. Se le consultazioni non raggiungono una soluzione soddisfacente entro 30 giorni, o più se concordato da entrambe le parti, l'Ue può richiedere l'istituzione di un tribunale arbitrale per giudicare sulla compatibilità delle misure del Regno Unito con il TCA. Il Regno Unito e l’Ue hanno tempo fino a oggi per trovare un compromesso o rischiare un’escalation, qualcosa che alla fine potrebbe portare a sanzioni contro la Gran Bretagna. 

Secondo il commissario europeo per l'ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, «La chiusura permanente della pesca del cicerello da parte del Regno Unito priva le navi dell’Ue di opportunità di pesca, ma incide anche sugli impegni fondamentali previsti dall’accordo commerciale e di cooperazione UE-Regno Unito. Gli stock sani di cicerello non sono solo vitali per il delicato equilibrio dei nostri ecosistemi marini, ma anche per il sostentamento dei nostri pescatori. Sono già in atto misure per proteggere questa importante specie, tra cui la fissazione di catture al di sotto dei livelli scientifici consigliati e aree chiuse per la protezione degli uccelli marini. Pertanto, qualsiasi ulteriore decisione deve essere proporzionata agli obiettivi e basata su solide prove scientifiche, in particolare quando si tratta di gestire le nostre risorse condivise. L’Ue è impegnata a garantire che il TCA sia correttamente attuato e che i principi e gli obblighi in esso contenuti siano rispettati da entrambe le Parti. Spero davvero che queste consultazioni portino a una soluzione reciprocamente accettabile per entrambe le parti».

Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il pulcinella di mare, uno degli uccelli marini più iconici e in via di estinzione e per tutelarlo si è saldata un’inedita alleanza tra gli ambientalisti (che sono di solito favorevoli al ritorno nell’Ue) e i fautori della Brexit. In prima fila c’è la Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) che ricorda che «Nel 2024 abbiamo annunciato una vittoria storica: dopo molti anni di campagne in Inghilterra e Scozia, la pesca industriale del cicerello è ora chiusa nelle acque inglesi del Mare del Nord e in tutte le acque scozzesi. Questa è un'ottima notizia per gli uccelli marini come i pulcinella di mare e i gabbiani tridattili».

Tutto è iniziato nel 1996 quando l'allora capo della politica marina della RSPB, Euan Dunn, partecipò a un meeting a Bergen, in Norvegia, dove gli scienziati conclusero che la pesca condotta dalla Danimarca nel Mare del Nord non era sostenibile e dichiararono che bisognava chiudere alla pessca le aree nelle vicinanze delle colonie nidificanti, «Finché non si saprà di più sulla struttura degli stock di cicerello e sulle interazioni tra cicerelli e uccelli marini».

Nel 2000 , è stata creata una “sandeel box” che esclude la pesca del cicerello in oltre 20.000 Km2 di mare al largo della costa orientale della Scozia e del nord-est dell'Inghilterra e dove c’è stato un crollo del numero dei Gabbiani tridattili ancora in corso. Da allora la RSPB ed altre associazioni ambientaliste hanno condotto una lunga campagna iper chiudere la pesca industriale del cicerello. Nel 2019 ai pescatori del Regno Unito è stata vietata la pesca commerciale del cicerello, ma ad altre navi di altri Paesi è stato comunque consentito di continuare.

Nel 2020 in Scozia sono state designate 12 nuove aree marine protette, che forniscono ulteriore protezione ai cicerelli. Nel 2021 la RSPB ha pubblicato il rapporto Revive our Seas. che ha dimostrato chiaramente il legame tra il declino degli uccelli marini e la ridotta disponibilità di cicerelli e ha chiesto al governo conservatore un’azione urgente e una regolamentazione più forte della pesca del cicerello nelle acque del Regno Unito.

Nel 2023, Sir David Attenborough ha evidenziato nella serie televisiva Wild Isles della BBC le pressioni a cui sono sottoposti gli uccelli marini e il ruolo fondamentale dei cicerelli negli ecosistemi marini. Il governo britannico ha avviato una consultazione pubblica per vietare la pesca del cicerello nelle acque inglesi del Mare del Nord alla quale hanno risposto più di 33.000 persone e il 95,5% si è detto favorevole alla chiusura della pesca del cicerello. Anche il governo autonomo scozzese ha avviato una consultazione proponendo di porre fine alla pesca del cicerello in tutte le acque scozzesi, ottenendo un sostegno quasi unanime: il 97%.

Il Joint Nature Conservation Committee (JNCC) ha pubblicato un censimento degli uccelli marini che ha dimostrato che dal 2000 nel Regno Unito è scomparso circa un pulcinella di mare su quattro e che i gabbiani tridattili sono a rischio di estinzione globale e sono sulla Lista rossa Iucn. Inoltre, il 62% delle specie di uccelli marini che si riproducono nel Regno Unito sono diminuite, cifra che sale al 70% in Scozia.

Ed è qui che l’ambientalismo si salda forse per la prima volta con la Brexit: le associazioni protezionistiche dicono che il Regno Unito ha il diritto di scegliere quale fauna selvatica proteggere nelle proprie acque. Si tratta della prima volta che l'Ue attiva il meccanismo di controversia sul TCA e gli ambientalisti di tutta Europa si sono schierati decisamente con quelli britannici: 38 organizzazioni ambientaliste – comprese ClientEarth, Oceana, Birdlife International e Marine Conservation Society - si sono impegnate a sostenere il divieto del Regno Unito e i sostenitori della Brexit che affermano che vietare la pesca al cicerello sarebbe stato quasi impossibile se il Regno Unito avesse fatto ancora parte dell’Ue, anche se non dicono che prima dicevano che avrebbero difeso i pescatori inglesi dalle pretese ambientali dell’Ue.

Katie-jo Luxton, direttrice conservazione della RSPB, conclude: «Questa sfida oltraggiosa da parte della Commissione Europea sulla chiusura della pesca del cicerello nel Regno Unito sta vedendo il futuro di bellissimi uccelli come i nostri amati pulcinella di mare presi a calci come un pallone politico. Mentre alcuni Paesi dell’Ue sembrano intenzionati a pescare i cicerelli su scala industriale per nutrire il loro bestiame, crediamo che dovrebbero ripristinare gli ecosistemi marini e nutrire i piccoli di pulcinella di mare. Quasi il 62% delle specie di uccelli marini sono in declino in tutto il Regno Unito, a causa della pesca eccessiva e dei cambiamenti climatici che hanno decimato gli stock di cicerello su cui molti fanno affidamento. L’Ue dovrebbe guardare alle sue dichiarate ambizioni sul ripristino marino, riconoscere che queste misure lo sostengono e fare marcia indietro. Il governo del Regno Unito deve restare fermo sulla chiusura del Cicerello nel Mare del Nord inglese e in tutte le acque scozzesi. Con specie come i nostri uccelli marini in forte declino, dobbiamo fare molto di più per salvaguardare il futuro della nostra fauna selvatica, senza calpestare i germogli del progresso non appena questo viene realizzato».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.