Skip to main content

Il traffico illegale di legname dal Mozambico alla Cina finanzia l’insurrezione islamista

Milioni di tonnellate di palissandro spedite in Cina, parte di questo commercio finanzia l’insurrezione a Cabo Delgado
 |  Natura e biodiversità

Il rapporto “Shipping the forest” riassume i risultati di un'indagine pluriennale sotto copertura dell’Environmental Investigation Agency (EIA) che ha scoperto che «Dal 2017 una media di oltre 500.000 tonnellate all'anno di legname è stata esportata dal Mozambico alla Cina in violazione del divieto di esportazione di tronchi del paese, e una parte di questo commercio finanzia anche gli insorti violenti».

L’EIA denuncia che il traffico illegale di legname protetto in un Paese in guerra con le milizie islamiste «E’ reso possibile da pratiche di corruzione sistemica nel settore del legname, mentre il trasporto tra il Mozambico e la Cina si basa su un’insufficiente due diligence da parte delle compagnie di navigazione globali».

Nell'agosto 2022, il presidente del Mozambico Felipe Nyusi ha lanciato l’iniziativa multinazionale Miombo Forest per proteggere le foreste tropicali della regione. L’EIA ricorda che «Il Mozambico ha già perso milioni di ettari di foreste a causa di pratiche di disboscamento non regolamentate e spesso illegali, danneggiando la biodiversità e i mezzi di sussistenza del Paese. Con uno dei redditi pro capite più bassi dell’Africa, il Mozambico perde circa mezzo miliardo di dollari all’anno a causa del disboscamento illegale e del commercio associato. La maggior parte di questo commercio avviene sotto forma di tronchi non lavorati, di cui oltre il 90% viene esportato in Cina, trasportato dalle compagnie di navigazione globali, il tutto in violazione del divieto di esportazione di tronchi del Mozambico».

L’EIA ha anche scoperto che i commercianti cinesi acquistano “legname da conflitto” dagli insorti di Ahlu Sunnah Wal Jamaah (ASWJ) a Cabo Delgado e lo esportano mischiandolo insieme ad altro legname “pulito”. Dal 2017, i ribelli dell’ASWJ occupano Cabo Delgado, terrorizzando la popolazione e commerciando legname e altri beni illeciti, per finanziare le loro attività. Il Mozambico è sulla lista grigia della Financial Action Task Force (FATF) a causa dell’alto rischio di riciclaggio di denaro derivante dal commercio di specie selvatiche e dal finanziamento del terrorismo.

Le rivelazioni dell’EIA arrivano proprio mentre è in corso una forte ripresa dei combattimenti nel nord del Mozambico il 10 maggio 100 ribelli hanno attaccato la città di Macomia e dopo duri combattimenti sono stati respinti dall’esercito. L’analista Joe Hanlon ha detto a BBC News che «Il luogo dell'attacco conferma che l'insurrezione ha spostato le sue basi più a sud a causa della maggiore presenza di soldati nel nord. e che ha anche guadagnato fondi sufficienti per reclutare personale nella vicina provincia di Nampula, più a sud».

Il National Risk Assessment on Terrorism Finance Report pubblicato dal governo del Mozambico all’inizio di quest’anno afferma che i ribelli di al-Shebab (affiliati allo Stato Islamico) hanno approfittato del commercio illecito di legname per «Alimentare e finanziare la riproduzione della violenza» e conferma che il coinvolgimento degli insorti nel «Contrabbando di prodotti della fauna e della flora» e nello «sfruttamento delle risorse forestali e della fauna selvatica», sta contribuendo ad un «Altissimo livello di raccolta fondi» da parte di al-Shebaab, con entrate stimate a 1,9 milioni di dollari al mese.

Data la difficoltà di accesso alla regione di Cabo Delgado, è difficile quantificare il livello di coinvolgimento quotidiano degli insorti islamisti nel commercio del legname, ma sono stati segnalati casi di imprese che pagano una tassa di protezione del 10% ai gruppi ribelli per effettuare il disboscamento illegale. nelle aree forestali. Le foreste con alberi pregiati – non solo palissandro – sono divise in blocchi o concessioni. Chiunque voglia disboscare queste aree deve pagare una tassa alle autorità. I titolari delle concessioni sono solitamente cittadini mozambicani - l'intermediario – che le affittano a imprese di legname cinesi. Il 30% del legname tagliato a Cabo Delgado sarebbe ad alto rischio di provenire da foreste occupate dalle milizie islamiste. Si pensa che le tre principali aree boschive di Cabo Delgado colpite dal disboscamento e della vendita di legname illegale sono Nairoto; Muidumbe e Mueda, più Napai, nella vicina provincia di Nampula.

Anche se il governo di Pechino ha dichiarato illegale il taglio del palissandro in Cina, nel Paese continuano ad esserne importate enormi quantità. In Cina al palissandro viene assegnato il codice doganale hongmu (legno rosso in cinese) che consente di rintracciarlo. Secondo Trade Data Monitor, nel 2023 il Mozambico è stato il principale fornitore africano di legno hongmu in Cina: 20.000 tonnellate per un valore di 11,7 milioni di dollari, superando Paesi come Senegal, Nigeria e Madagascar dove ormai i palissandri sono stati quasi del tutto tagliati o ci sono leggi che vietano le esportazioni che vengono applicate in modo più rigoroso.

Raphael Edou, direttore del programma Africa per EIA-Usa. sottolinea che «I divieti di esportazione di tronchi sono fondamentali per proteggere le foreste, sostenere i mezzi di sussistenza e creare posti di lavoro migliori. Il Mozambico deve rafforzare la protezione delle sue foreste applicando le sue normative e la Cina e le compagnie di navigazione globali devono rispettare le leggi del Mozambico e indagare sui cattivi attori che le violano sistematicamente».

Uno degli scopi principali del divieto di esportazione di tronchi è quello di trattenere una parte maggiore del valore della risorsa a livello nazionale. Nella sua indagine, l’EIA ha scoperto che «I tronchi acquistati per l’equivalente di pochi dollari in Mozambico finiscono per essere venduti come mobili in Cina, a volte per decine di migliaia di dollari. Alcune specie preziose, come il pau-preto (Dalbergia melanoxylon, dal 2017 elencato nell'Appendice II della CITES), vengono trasformate in repliche di mobili antichi da esporre in occasione di eventi prestigiosi come il G20, o vendute da marchi di lifestyle di lusso come Hermes-founded e e Shang Xia di proprietà di Exor».

Le compagnie di navigazione internazionali possono e devono svolgere un ruolo importante nel fermare il traffico di legname illegale e in conflitto. L’EIA ha rilevato che «Dal 2019, le compagnie di navigazione tra cui CMA-CGM, Maersk, MSC e United Africa Feeder Lines (UAFL), hanno trasportato decine di migliaia di consegne di legname dal Mozambico. I commercianti a volte dichiarano erroneamente che il legname è in lavorazione o omettono qualsiasi descrizione del legname, come indicato dalle discrepanze nei dati di spedizione e doganali, e quasi 90.000 tonnellate dal 2019 sono state in realtà dichiarate nella documentazione di spedizione come non lavorate, sotto forma di tronchi e spedite nonostante le divieto di esportazione dei registri».

Nel 2021, dopo che il governo del Mozambico aveva avviato un'indagine, Maersk e UAFL hanno restituito al Mozambico 66 container di legno illegale che erano stati contrabbandati fuori dal Paese ed erano diretti in Cina,. Ma per l’EIA queste azioni isolate non sono sufficienti: «Le compagnie di navigazione devono smettere di facilitare questo commercio illegale e assicurarsi di interrompere completamente la spedizione di tronchi dal Mozambico - ha detto Edou - L'EIA esorta il governo del Mozambico a impegnare maggiori risorse per la governance forestale e la trasparenza nel settore del commercio del legname, per onorare l'iniziativa Miombo del presidente Nyusi. Le compagnie di navigazione globali devono cessare di trasportare legname illegale dal Mozambico e la Cina deve cessare di importarlo, in linea con gli impegni del presidente Xi di combattere la deforestazione illegale».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.