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La Commissione europea propone il declassamento del lupo: una scelta politica che ignora la scienza

Caserta (Wwf Italia): «Evitare di fare gli apprendisti stregoni sulle spalle della natura con qualsiasi ulteriore modifica della Direttiva Habitat»
 |  Natura e biodiversità

Lo scorso dicembre il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha votato a favore dell’abbassamento dello status di protezione dei lupi,  declassando il lupo da "specie di fauna rigorosamente protetta" a semplice "specie di fauna protetta" e suscitando le immediate reazioni da parte di esperti e associazioni ambientaliste, preoccupati per le possibili conseguenze su una specie il cui equilibrio resta fragile.
Ad abbracciare la proposta è adesso la Commissione europea, che ha avanzato l’idea di declassare il lupo da specie "rigorosamente protetta" a semplicemente "protetta" nell'ambito della Direttiva Habitat.

Negli ultimi 18 mesi, l'Unione europea ha lavorato per ridurre il livello di protezione del lupo, senza tuttavia fornire prove scientifiche convincenti a supporto di questa scelta.
Solo grazie a una protezione rigorosa, il lupo ha potuto riprendersi in molte aree del continente, costituendo un importante successo di conservazione, ma il suo stato di conservazione rimane fragile. Il bracconaggio è ancora una minaccia significativa, soprattutto in Italia, dove il fenomeno desta grande preoccupazione.

In Italia, la tutela del lupo è stata una delle prime grandi battaglie ambientaliste. Sin dagli anni '70, il Wwf Italia si è impegnato per la salvaguardia della specie con l'operazione San Francesco, lanciata da Fulco Pratesi in collaborazione con il Parco Nazionale d'Abruzzo; all'epoca, la popolazione di lupi era ridotta a poco più di 100 individui, ma furono salvati dalla scomparsa.

Le organizzazioni ambientaliste esprimono forte dissenso sulla proposta della Commissione europea. La coalizione composta da Wwf Europa, BirdLife Europa, ClientEarth e l'European Environmental Bureau ha dichiarato: «Il declassamento della protezione del lupo è una decisione totalmente sbagliata basata su valutazione politiche e non sulla scienza. La decisione polarizza ulteriormente il dibattito e non offre alcun aiuto reale alle comunità rurali, mentre mette a rischio l'opportunità di continuare a investire in misure preventive per raggiungere la coesistenza»

Le Ong sottolineano inoltre il rischio che questa scelta crei un precedente pericoloso per la conservazione della natura in Europa, affermando che «invece di rafforzare la tutela della natura europea, la nostra migliore alleata contro le crisi del clima, della biodiversità e dell'inquinamento, l'Unione europea continua la sua inversione di rotta su uno dei suoi più impressionanti successi di conservazione degli ultimi decenni. La spinta contro il lupo crea un precedente estremamente pericoloso per la politica di conservazione della natura, in quanto ignora l'approccio basato sulla scienza e trasforma la protezione delle specie in una merce di scambio per tornaconto politico».

Dante Caserta, Responsabile affari legali e istituzionali del Wwf Italia, sottolinea come per oltre tre decenni la Direttiva Habitat sia stata una pietra miliare della normativa ambientale dell’Unione europea, proteggendo centinaia di specie e habitat. Grazie a questa tutela, animali iconici come il lupo, l’orso e la lince iberica sono stati salvati dall’orlo dell’estinzione e le aree della Rete Natura 2000 hanno potuto beneficiare di una protezione adeguata.

Secondo Caserta, il declassamento del lupo rappresenta «una decisione gravissima che non tiene conto dei dati scientifici e della necessità di assicurare, tramite misure preventive, una coesistenza tra grandi carnivori e comunità locali». Ma le implicazioni vanno oltre: questa scelta rischia di aprire la strada a modifiche della Direttiva Habitat, mettendola in pericolo di fronte agli attacchi di chi vuole ridimensionare le tutele ambientali.

«Contro ogni logica, il Governo italiano è stato sempre in prima fila per declassare lo status di protezione del Lupo, una specie altamente rappresentativa dell’identità naturalistica del nostro Paese – prosegue Caserta – È altamente improbabile che il governo cambi idea. Ma questo non ci impedisce di chiedere di rimettere i piedi per terra, ascoltare la scienza ed evitare di giocare a fare gli apprendisti stregoni sulle spalle della natura con qualsiasi ulteriore modifica della Direttiva Habitat».

La proposta della Commissione europea dovrà ora affrontare il vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio. Intanto, gli ambientalisti e le associazioni per la tutela della biodiversità promettono battaglia per evitare quello che definiscono un pericoloso passo indietro per la protezione della fauna selvatica in Europa.

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it