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Ultime news da "Crisi climatica e adattamento"

7 Set, 2025
L’Artico si riscalda a un ritmo quattro volte superiore alla media globale e ha perso più di 10.000 chilometri cubi di ghiaccio marino dagli anni '80. Dopo l’attuale rallentamento, si attende un rimbalzo
Le osservazioni rivelano che l'estensione del ghiaccio marino artico alla fine dell'estate si è dimezzata da quando sono iniziate le rilevazioni satellitari alla fine degli anni '70. Tuttavia, dalla fine degli anni 2000, il ritmo della perdita di ghiaccio marino artico ha subito un netto rallentamento, senza registrare alcun calo statisticamente significativo per circa 20 anni. È quanto emerge da una nuova ricerca, pubblicata su Geophysical Research Letters e ampiamente ripresa dai media, inducendo alcuni commentatori ad affermare che ci sarebbe un qualche tipo di pausa per la crisi climatica…

4 Set, 2025
È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature. È possibile immagazzinare nella Terra in modo sicuro circa 1.460 gigatonnellate, hanno scoperto gli scienziati, rispetto a stime precedenti che arrivavano fino a 40 mila GT
Brutte notizie per chi sostiene che lo stoccaggio di anidride carbonica nel sottosuolo sarebbe una soluzione sufficiente per compensare le emissioni prodotte dal consumo di combustibili fossili da parte dell’uomo. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, dell’Istituto internazionale per l'analisi dei sistemi applicati di Laxenburg, in Austria, e di altri enti di ricerca, studio ora pubblicato su Nature, la quantità di CO2 che può essere stoccata in modo sicuro nel sottosuolo è molto inferiore rispetto a quanto si pensi, ed è dunque rischioso affidarsi a una…

3 Set, 2025
Il gigante di ghiaccio noto come A23a si è staccato dall’Antartide a dicembre dopo decenni di ancoraggio sul fondo del mare e sta “navigando” nell’Atlantico del sud. Spiega Andrew Meijers, oceanografo fisico del British Antarctic Survey: «L’acqua è troppo calda perché possa resistere»
Qualcuno incline al pessimismo potrebbe vederci l’immagine del futuro che ci aspetta, a causa del riscaldamento globale. Qualcuno semplicemente realista riconoscerà comunque nella vicenda gli effetti di questo stesso innalzamento delle temperature. Fatto sta che uno dei più antichi e grandi iceberg mai visti, noto come A23a, dopo essersi staccato dall’Antartide nonostante fossero decenni che stava ancorato indisturbato sul fondo del mare, dopo aver viaggiato per qualche mese mentre gli scienziati paventavano danni alla fauna della Georgia del Sud, ora si sta letteralmente sgretolando in acque…

3 Set, 2025
«Il Seventh Assessment Report fornirà ancora una volta la sintesi più completa e aggiornata sulla scienza del clima»
Nei prossimi cinque anni, 664 tra i massimi esperti mondiali (qui la lista completa degli autori) sui cambiamenti climatici contribuiranno a valutare le conoscenze scientifiche più recenti e significative per l’AR7: il Seventh Assessment Report, ovvero la più completa e aggiornata valutazione delle conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici, il prossimo rapporto dell’Ipcc. Tra gli oltre 600 scienziati spiccano 5 ricercatori del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) – Anna Pirani, Valentina Bosetti, Shouro Dasgupta, Soheil Shayegh e Massimo Tavoni – ch…

2 Set, 2025
L’ultima tappa della Carovana di Legambiente documenta il ritiro dei giganti bianchi e l’aumento di frane, colate e nuovi laghi glaciali, segnali dell’instabilità delle montagne
Si è conclusa nelle Valli di Lanzo, in Piemonte, l’edizione 2025 della Carovana dei ghiacciai di Legambiente, che anche quest’anno ha portato l’attenzione sul drammatico arretramento dei ghiacciai alpini e sull’aumento dei rischi idrogeologici in quota. L’ultima tappa ha messo al centro i bacini glaciali della Bessanese e della Ciamarella, nelle Alpi Graie, territori simbolo della crisi climatica e della crescente frequenza di eventi meteorologici estremi. Secondo i nuovi dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, tra gennaio e fine agosto 2025 in Piemonte si sono registrati 23 event…

2 Set, 2025
Secondo l’agenzia meteo delle Nazioni Unite, le condizioni neutre che persistono dal marzo scorso potrebbero cedere il posto alla fase “fredda” del fenomeno climatico. Ma, aggiungono gli esperti, il caldo anomalo non diminuirà nella maggior parte del mondo
Nei primi mesi dell’anno avevamo segnalato che la Niña, contrariamente a quanto è solitamente avvenuto negli anni passati, non aveva portato a un abbassamento delle temperature e questo aveva fatto sì che gennaio 2025 fosse il più caldo mai registrato. I mesi sono passati, la fase “fredda” del fenomeno climatico è tramontata e anche quest’estate ha fatto registrare temperature record con gravi conseguenze anche per la salute. Ora, segnala l’Organizzazione metereologica mondiale (World meteorological organization), la Niña potrebbe tornare a ripresentarsi già in queste settimane di settembre m…

1 Set, 2025
È quanto emerge da un report pubblicato dall’Unicef. Evidenziati anche i rischi per la salute: «Le inondazioni possono compromettere le strutture idriche e igienico-sanitarie, mentre l’aumento delle temperature e i cambiamenti nei modelli di precipitazioni diffondono malattie trasmesse da vettori come la malaria, la zika e la dengue in nuovi territori, creando un rischio sostanziale per lo sviluppo dei più giovani»
I cambiamenti climatici stanno colpendo in particolare le popolazioni più fragili del Sud globale, questo ormai si sa da tempo. È noto anche, almeno dall’ultima Conferenza delle parti Onu, che i Paesi più ricchi non si stanno impegnando quanto dovrebbero per sostenere economicamente i più poveri, e i lavori preparatori in vista della Cop30 di Bélem non stanno dando segnali incoraggianti per un cambio di rotta. E ora un nuovo report dell’Unicef ci informa che senza rapide e incisive misure per far fronte al riscaldamento globale, nella sola America Latina da qui ai prossimi quattro anni finira…

29 Ago, 2025
Lo studio condotto dall’Università di Utrecht e pubblicato su Jgr Oceans: con emissioni di CO2 moderate, raggiungeremo il punto di svolta intorno al 2063, mentre con emissioni elevate il collasso potrebbe verificarsi nel 2055. Il commissario Ue Hoekstra: «Tenere conto di questo campanello d’allarme»
Le principali correnti oceaniche si stanno indebolendo più velocemente di quanto si pensasse fino a qualche tempo fa. Compresa la Corrente del Golfo, che trasporta acqua calda dalle coste di fronte al Messico verso l’Europa ed è quindi alla base del clima mite invernale europeo, anche in Paesi del nord che si trovano alle stesse latitudine del ben più freddo Canada. La Corrente del Golfo, che fa parte dell’Atlantic Meridional Overturning Circulation, potrebbe collassare insieme all’Amoc già nei prossimi decenni a causa della crisi climatica indotta dalle attività umane: con emissioni di CO2…