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Mario Tozzi smonta il progetto Salvini, e propone il vero ponte verso sicurezza antisismica e idrogeologica, acqua, ferrovie, servizi pubblici

L’Italia del XXI secolo sarà un fermento di grandi opere e un brulicare di cantieri che faranno ripartire il Paese, anche se non è chiarissimo per dove. Porti, metropolitane, ferrovie ad alta velocità, ma soprattutto strade, autostrade e ponti, di cui - dicono - c’è un gran bisogno per adeguarsi all’Europa e ammodernarsi. Per chi si vuole rendere conto se le cose stiano così - cioè se davvero servono tutte queste infrastrutture - non c’è che fare riferimento ai dati, alle statistiche, ai numeri, cioè agli unici parametri “oggettivi” che mostrano, inequivocabilmente, che non è così e che, m...

L'Editoriale

Nel Regno del Fuoco. Viaggio nell'emergenza dei Campi Flegrei

Erasmo D'Angelis
Erasmo D'Angelis
Se c’è posto al mondo dove il respiro della Terra si può vedere e ascoltare e persino annusare, questo è il cratere dei Campi Flegrei dove il perenne ribollire dell’attività vulcanica del sottosuolo da sempre erutta in superficie fumarole e provoca terremoti generalmente di bassa magnitudo, che oggi spaventano.  Ieri sera la sala operativa dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv ha calcolato aduna profondità di 3 chilometri circa 150 scosse in 6 ore, e la più forte degli ultimi 40 anni, di magnitudo 4.4, avvertita alle 20.10 anche a Napoli. A Pozzuoli e a Bagnoli la Protezione Civile ha allestito tendopoli per le 35 famiglie fatte sfollare da edifici a rischio e per chi non rientra in casa, e molti hanno passato la notte in auto. Ma le scosse sono una costante. Nel solo 2023 sono state oltre 5.000 le scosse che indicano variazioni del livello del mare nel Golfo di Pozzuoli e sollevamento del suolo indicato in “lieve accelerazione”.  Sull'intero Pianeta i Campi Flegrei hanno un solo “gemello”, una sola area con caratteristiche simili, ed è la zona del super-vulcano del parco nazionale di Yellowstone, con due vastissime camere magmatiche, niente a che vedere con i 19 crateri attiv...
Un cibo amico dell’ambiente

Un cibo amico dell’ambiente

Esiste una classifica di alimenti la cui produzione ha un impatto minore sull’ambiente che viene calcolato per quantità di Co2 prodotta per Kg di alimento. In testa c’è ovviamente la verdura (se non prodotta in serra) e la frutta seguita da legumi, cereali e semi. Per questi alimenti si calcola un impatto intorno ai 2 kg di CO2.
Già con i derivati di origine animale la situazione peggiora, uova, formaggi e latticini hanno un impatto che va dai 5 ai 20 kg. Per il pesce dipende molto dalle zone di provenienza ma la media sta intorno ai 5 kg di Co2 per kg. di pescato. Infine, la carne che mediamente pesa per 60 kg. di Co2 per kg di prodotto, trenta volte il peso della verdura.

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