Rinnovabili, nel primo quadrimestre 2024 l’Italia ha installato 2,3 GW di nuovi impianti
La società che gestisce la rete elettrica nazionale, Terna, ha aggiornato oggi i dati relativi a fabbisogno e produzione nazionale di elettricità, offrendo il consueto focus sull’installazione di impianti rinnovabili.
Grazie alle piogge che al nord alimentano gli impianti idroelettrici e alla crescita dei piccoli impianti fotovoltaici, le rinnovabili stanno aumentando il proprio contributo alla domanda nazionale.
Ad aprile «le fonti rinnovabili – informa Terna – hanno coperto il 51,2% della domanda elettrica (era 36% ad aprile 2023). In aumento la fonte idrica +197,5% e fotovoltaica +19,5%», mentre risultano in calo la fonte geotermica (-0,9%) e quella eolica (-3,4%), oltre alla fonte termica alimentata da combustibili fossili (-16,6%) anche se il carbone è tornato a crescere del 32,7% rispetto all’aprile 2023.
Soprattutto, nei primi quattro mesi del 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 2.356 MW (di cui 2.167 MW di fotovoltaico). Tale valore è superiore di 736 MW (+45%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma ancora molto distante rispetto al trend necessario alla decarbonizzazione: all’Italia servono circa +12 GW l’anno fino al 2030, mentre continuando con questo ritmo al termine del 2024 l’Italia avrà aggiunto solo 6,9 GW.
Tornando al bilancio mensile di Terna, lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’85,4% dalla produzione nazionale.
Ad aprile i consumi di energia elettrica sono in aumento dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2023, a 23,5 miliardi di kWh.
Nei primi quattro mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale è in crescita dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2023 (+0,5% il valore rettificato).
L’indice Imcei (Indice mensile dei consumi elettrici industriali) elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, ha fatto registrare una crescita dell’1% rispetto ad aprile 2023. Con dati destagionalizzati e corretti per l’effetto calendario, la variazione diventa negativa (-1,4%). In particolare, positivi i comparti della cartaria, cemento, calce e gesso, mezzi di trasporto, alimentari e meccanica. In flessione ceramiche e vetrarie, chimica e metalli non ferrosi.
In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura risulta in leggera flessione rispetto a marzo 2024 (-0,8%). Negativa anche la variazione congiunturale dell’indice Imcei (-1,7%).
L’indice Imser (Indice mensile dei servizi), che Terna pubblica sulla base dei dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, Unareti, A-Reti, Edyna e Deval), ha fatto registrare, nel mese di febbraio 2024, una variazione positiva del 4,9% rispetto a febbraio 2023. Oltre che dalla composizione del calendario, la crescita è stata determinata anche da una sensibile discesa dell’inflazione e dal significativo rallentamento dei prezzi dei beni energetici.