Decreto Salvacasa di Salvini, Legambiente: l’ennesimo condono inutile, pericoloso e fallimentare
Il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini sembra essere riuscito nel suo pressing sul governo per far approvare il cosiddetto “Decreto Salvacasa” prima delle elezioni europee e, in vista dell’approdo del testo venerdì in Consiglio dei Ministri il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, denuncia che «Nonostante le limitazioni e modifiche dell’ultima ora, almeno a leggere le indiscrezioni pubblicate dai media, il cosiddetto decreto salva casa si preannuncia come l’ennesimo condono, inutile e pericoloso. Se vuole davvero mettere in sicurezza il mercato dell’edilizia, il ministro Salvini adotti la linea dura contro il mattone illegale, come propone Legambiente: pieni poteri ai Prefetti per demolire gli immobili che non vengono abbattuti dai Comuni, sanzioni più severe per chi, violando la legge, consente l’allaccio delle utenze agli abusivi; più risorse per le demolizioni decise dalle amministrazioni locali e dalla magistratura; incentivi ai Comuni per rispondere ai milioni di domande di condono ancora senza risposta. Insomma, l’esatto contrario di quanto si pensa di fare con la reiterata proposta della cosiddetta sanatoria per le piccole difformità».
Legambiente fa notare che «Sono sufficienti pochi dati per comprendere quanto sia sbagliata questa “strategia”, se si vuole davvero tutelare il diritto dalla casa degli italiani e il mercato dell’edilizia». L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha ricordato recentemente come siano illusorie le stime sugli eventuali “incassi” dello Stato frutto di condoni edilizi. Nella nota della CGIA si legge che attraverso i condoni edilizi «Introdotti dal legislatore nel 1985, nel 1994 e nel 2003 si stima che i Comuni abbiano incassato poco più di 15 miliardi di euro (importo non attualizzato al 2022) Nel primo il gettito è stato pari a 3,1 miliardi, nel secondo a 5,2 miliardi e nel terzo a poco più di 7 miliardi. Anche in questo caso, così come per le sanatorie di natura fiscale, gli incassi sono stati decisamente più contenuti delle aspettative. Nel condono introdotto dal governo Craxi I fu incassato solo il 58 per cento del gettito previsto, quello approvato dal governo Berlusconi I il 71 per cento e quello istituito dal governo Berlusconi II solo il 34,5 per cento».
E il Cigno Verde aggiunge che «Ad andare, invece, oltre le “previsioni”, considerato che in teoria i condoni avrebbero dovuto evitare nuove illegalità, è il fenomeno dell’abusivismo edilizio». Basta leggere la “Relazione sugli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (Relazione BES)” presentata il 6 marzo alle Camere dal collega di Partito e governo di Salvini, il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti che contiene dati relativi proprio all’indicatore sull’abusivismo edilizio: «Il peggioramento dell’indicatore nel 2022 (+0,1%) è da attribuire alla variazione del numero di abitazioni illegali, la cui crescita rispetto all’anno precedente (+9,1 per cento) risulta la più ampia registrata tra gli anni 2008-2022».
Un fenomeno che colpisce soprattutto il Mezzogiorno: nel Sud, infatti, si concentra quasi la metà delle abitazioni illegali, esattamente il 48,8% e la relazione di Giorgetti evidenzia che, oltre ai danni sull’economia legale, questo «indicatore esprime una misura diretta del deterioramento del paesaggio». A fronte di questi dati, che trovano riscontri anche nella crescita dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto nel cosiddetto “ciclo illegale” del cemento (dalla gestione illecita delle cave alle case abusive),
Legambiente ha censito nel suo ultimo dossier “Abbatti l’abuso”, oltre 70mila ordinanze di demolizione emesse dal 2004 al 2022 in 485 Comuni di Campania, Calabria, Puglia, Lazio e Sicilia, di cui appena il 15,1% eseguite.
Gli ambientalisti concludono: «Un vero e proprio “collasso di legalità” che richiede un’azione decisa e immediata da parte dello Stato».