L’Europa non differenzia i rifiuti tessili
La Direttiva quadro sui rifiuti dell’Ue (WFD) impone agli Stati membri di dotarsi di sistemi di raccolta differenziata per i tessili usati a partire dal 2025. La Commissione europea ha inoltre proposto una revisione mirata della WFD per introdurre un’estensione obbligatoria della responsabilità del produttore nel settore tessile in tutti gli Stati membri per rendere i produttori responsabili dell’intero ciclo di vita dei prodotti tessili, dalla loro progettazione alla gestione dei rifiuti. Inoltre, la proposta della Commissione introduce norme sulla raccolta differenziata dei tessili e requisiti di smistamento per la spedizione di tessili usati.
Ma il briefing “Management of used and waste textiles in Europe’s circular economy” pubblicato oggi dall'European Environment Agency (EEA) dimostra che «La maggior parte dei rifiuti tessili in Europa finisce attualmente nei rifiuti misti e che la capacità di raccolta differenziata e di riciclaggio deve essere urgentemente aumentata per garantire un uso migliore e più circolare dei tessili usati».
Il briefing dell'EEA analizza lo stato attuale della produzione dei rifiuti tessili, i sistemi di raccolta, la capacità di trattamento e le diverse classificazioni dei tessili usati in Europa e ne emerge che «Nel 2020 nell’Ue sono stati prodotti circa 16 kg di rifiuti tessili pro capite. Solo circa un quarto di questa quantità (4,4 kg) è stato raccolto separatamente per il riutilizzo e il riciclaggio, ma il resto è finito nei rifiuti domestici misti. Di tutti i rifiuti tessili, l’82% proveniva dai consumatori e il resto erano rifiuti derivanti dalla produzione o da prodotti tessili mai venduti». Secondo un sondaggio condotto dall’EEA nel 2023, la maggior parte degli Stati membri dell’Ue disponeva già di sistemi di raccolta differenziata, ma soprattutto per raccogliere e i tessili riutilizzabili.
Il rapporto dell’EEA avverte che «Oltre alla raccolta differenziata, è necessario aumentare le capacità di smistamento e riciclaggio in Europa per evitare che i tessili raccolti finiscano negli inceneritori, nelle discariche o vengano esportati in regioni al di fuori dell’Ue. E‘ inoltre necessario armonizzare le definizioni e le pratiche di rendicontazione sui tessili usati e di scarto. Questo è chiaramente dimostrato anche dai dati raccolti dall’EEA che mostrano ampie discrepanze dovute alle diverse interpretazioni di ciò che costituisce un rifiuto e di ciò che costituisce un tessile usato».