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Da Assoambiente un vademecum per le istituzioni

Come sostenere l’economia circolare delle materie prime critiche, in quattro punti

Testa: «Potenziare le infrastrutture per il riciclo rappresenta un passo essenziale per ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni e promuovere una gestione sostenibile delle risorse»
 |  Green economy

Durante l’inaugurazione di un innovativo impianto di trattamento schede elettroniche presso la sede di Guagnano (Lecce) della società statunitense Techemet, l’associazione italiana delle imprese attive lungo la filiera dell’economia circolare – Assoambiente – ha presentato un documento in quattro punti per favorire il riciclo delle materie prime nel nostro Paese.

Si tratta di un tema centrale per sostenere sia la transizione ecologica sia l’autonomia strategica dell’Italia, soprattutto in tempi di forti tensioni geopolitiche a partire dall’Ucraina.

Le materie prime critiche sono quei materiali (34 critici e 17 strategici, per l’esattezza) che l’Ue ha messo al centro del Critical raw materials act, recentemente acquisito nella normativa italiana da uno specifico decreto legge. Dalla disponibilità delle materie prime critiche dipende il 32% del Pil italiano, la competitività industriale (non solo nei settori della green economy) e la sicurezza strategica nazionale: circa un terzo di questi materiali critici può arrivare dal riciclo, da qui l’importanza d’investire sulla circolarità.

Per venire incontro alla necessità di reperire questi materiali, utilizzando la leva del riciclo, Assoambiente ha condiviso con le istituzioni un documento che delinea lo sviluppo del settore in quattro mosse con l’obiettivo di rendere l’Italia modello di riferimento nel riciclo dei Critical raw materials, contribuendo non solo alla crescita economica, ma anche alla sostenibilità ambientale:

1. è fondamentale creare un quadro normativo chiaro e incentivante per le aziende che intendono investire, ad esempio riconoscendo automaticamente l’End of Waste a fine processo di riciclo dei Crm;

2. per attrarre investimenti è necessario snellire i processi autorizzativi, senza rinunciare agli standard ambientali e di sicurezza;

3. vanno promosse attività di ricerca e sviluppo di tecnologie per il riciclo di queste materie, rafforzando la collaborazione tra Università, centri di ricerca e imprese per sviluppare soluzioni innovative che aumentino la resa del riciclo e riducano l’impatto ambientale;

4. il settore va supportato con incentivi economici, come sgravi fiscali o contributi diretti, alle aziende che investono.

«Il settore del riciclo e del trattamento dei rifiuti costituisce oggi uno strumento fondamentale per intercettare, recuperare e reimmettere nei cicli produttivi anche le materie prime critiche, risorse fondamentali – sottolinea il presidente di Assoambiente, Chicco Testa – per diversi settori industriali strategici, dalle tecnologie avanzate all'energia rinnovabile, passando per la produzione di auto. E ciò vale soprattutto per l’Italia, che dovrebbe irrobustire ancora di più la sua quasi naturale vocazione industriale al riciclo, investendo anche in questo settore particolarmente remunerativo e strategico. Potenziare le infrastrutture per il riciclo dei Crm rappresenta quindi un passo essenziale per ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni e promuovere una gestione sostenibile delle risorse».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.