
All’Europarlamento la maggioranza Ursula si spacca sul rinvio della rendicontazione sociale e ambientale

Al Parlamento europeo è in corso una discussione sulle norme riguardanti la sostenibilità aziendale che sta spaccando la maggioranza Ursula, creando nuove alleanze e mettendo a rischio una rapida applicazione delle misure per la rendicontazione sociale e ambientale. Il Ppe, insieme a Renew, ai conservatori dell’Ecr (di cui fanno parte gli eurodeputati di Fratelli d’Italia) e al gruppo di estrema destra Patrioti per l’Europa (nel quale siedono la Lega, gli spagnoli di Vox e i francesi di Rassemblement national della Le Pen) ha votato a favore della richiesta di procedura d’urgenza per la proposta “stop the clock” del pacchetto Omnibus, che in pratica posticipa le date di applicazione della rendicontazione sociale e ambientale e delle misure di due diligence. Contro hanno votato i gruppi Socialisti & Democratici, Verdi e Sinistra europea
Con 427 voti a favore, 221 contrari e 14 astensioni, il Parlamento europeo ha dunque dato il via libera per accelerare l’iter decisionale sui contenuti dell’Omnibus e domani vota se l'applicazione della rendicontazione sociale e ambientale debba essere rinviata di due anni rispetto a quanto attualmente previsto. Con questo voto, Strasburgo deciderà anche se rinviare di un anno il recepimento e l’applicazione delle misure di due diligence per le aziende più grandi.
A spaccare le forze europeiste, che pure condividono nel complesso l’impostazione della Commissione Ue sul pacchetto Omnibus, sono state alcune ambiguità introdotte nella discussione dalle forze di destra. La leader del gruppo S&D, Iratxe Garcia Perez, ha spiegato prima in conferenza stampa a Strasburgo alla vigilia del voto sulla procedura d’urgenza e in seguito in una nota che il voto contrario era legato al mancato accordo all’interno della cosiddetta nuova maggioranza Ursula (ovvero Ppe, S&D, Renew e Verdi). Si legge nella nota S&D: «I Socialisti e Democratici restano aperti alle trattative per semplificare le procedure e la rendicontazione per le aziende e per migliorare la vita dei cittadini. Tuttavia, abbiamo una chiara linea rossa: qualsiasi cooperazione con l’estrema destra è un fermo ‘no go’ per la famiglia progressista. Non possiamo accettare neanche una semplificazione che equivalga a un taglio degli standard. Ecco perché questo primo pacchetto Omnibus è il banco di prova per il futuro, su come lavoriamo insieme per ottenere la semplificazione giusta».
Come ribadisce anche via social, il gruppo S&D dice «sì alla semplificazione, no alla deregolamentazione».
In queste ore proseguono le trattative tra le forze europeiste, ma il rischio che domani a Strasburgo venga sancita una netta spaccatura e che le norme sulla sostenibilità aziendale subiscano un contraccolpo è al momento molto alto.
