I rischi per la salute delle acque dolci e marine contaminate da materia fecale umana
Il rapporto “Testing the waters: priorities for mitigating health risks from wastewater pollution” pubblicato oggi da National Engineering Policy Centre e Royal Academy of Engineering in partnership con Chartered Institution of Water, Environmental Management, Institute of Water, Institution of Civil Engineers, Institution of Chemical Engineers e Institution of Mechanical Engineers, avverte che «Il trattamento delle acque reflue deve essere migliorato per ridurre l’esposizione agli agenti patogeni fecali umani negli effluenti trattati» e, anche se prende in esame la situazione del Regno Unito le sue conclusion valgono anche per gli altri Paesi, I risultati del rapporto si basano su consultazioni con più di 100 ingegneri, esperti di acque reflue, industria idrica, ONG e politici ed è la prima volta che viene intrapreso un rapporto completo per valutare le azioni volte a mitigare i rischi per la salute pubblica associati all’uso delle acque pubbliche contaminate da materiale fecale proveniente dai rifiuti umani.
Il rapporto evidenzia che «Nonostante i lavori di trattamento delle acque reflue riducano la concentrazione di organismi fecali umani, il continuo scarico di effluenti trattati nei fiumi, mari e laghi rimane una fonte di elevati livelli di questi organismi» e rileva «L’aumento delle attività ricreative nelle acque aperte costiere e interne in tutto il Regno Unito, che porta a una maggiore esposizione del pubblico agli agenti inquinanti. La maggiore consapevolezza pubblica e la disponibilità di dati sulla qualità dell’acqua hanno stimolato un rinnovato controllo sugli standard idrici del Regno Unito e hanno reso necessaria una rivalutazione dell’accettabilità pubblica del rischio».
Chris Whitty KCB, FRS, Chief Medical Officer per l'Inghilterra, ricorda che «I corsi d’acqua pubblici sono una grande risorsa apprezzata da molti bambini e adulti e possono avere un impatto positivo significativo sulla nostra salute. Ridurre al minimo la presenza di organismi fecali umani nell’acqua dolce è una priorità di salute pubblica oltre che ambientale. Anche se ci saranno sempre sfide legate alla gestione efficiente delle fogne e dei lavori di trattamento delle acque reflue, questo rapporto fornisce chiare opzioni tecniche su come raggiungere realisticamente questo obiettivo».
Il rapporto riconosce che «Mancano prove per dimostrare un nesso causale diretto tra specifici scarichi di acque reflue e specifici incidenti sanitari», ma sottolinea «Il noto rischio per la salute pubblica derivante dall’esposizione ad alte concentrazioni di organismi fecali» e si concentra sul ruolo delle infrastrutture delle acque reflue nell'introdurre organismi fecali umani in acque libere attraverso straripamenti dovuti a tempeste e scarichi di effluenti trattati. Ma non prende in considerazione il deflusso agricolo derivante dal bestiame, dagli animali selvatici o dalle fosse settiche.
I ricercatori hanno esaminato una serie di azioni riguardanti la gestione delle acque piovane, il trattamento delle acque reflue, il monitoraggio e la comunicazione con il pubblico, nonché la manutenzione e le operazioni. Le azioni proposte puntano a ridurre il rischio o a minimizzare l’esposizione delle persone e il rapporto sottolinea che «La scelta dell’azione dipenderà dalle condizioni locali, tra cui la scala, la geografia, le priorità politiche e l’accessibilità economica» e chiede «Un’azione collettiva da parte dell’industria, del governo e degli enti pubblici per rafforzare un sistema di trattamento delle acque reflue solido ed efficiente».
Il report raccomanda alcune azioni immediate: I fornitori di servizi idrici devono dare priorità alla manutenzione delle risorse, con quadri normativi che rafforzano la resilienza. i governi nazionali e decentrati dovrebbero accelerare l’implementazione del monitoraggio ambientale, con i regolatori che supervisionano la qualità microbiologica per informare le previsioni di inquinamento e gli avvisi pubblici. E’ necessaria una revisione governativa delle normative sulle acque di balneazione per garantire che le protezioni siano proporzionate al rischio per la salute pubblica. I serbatoi di stoccaggio possono raccogliere l’acqua piovana per evitare che le acque reflue non trattate si riversino nei corsi d’acqua, tuttavia, si tratta di una soluzione insostenibile a breve termine e dovrebbero essere utilizzati solo dove i rischi per l’ambiente e la salute pubblica sono maggiori. le autorità devono esplorare modi per ridurre il deflusso urbano, compresi incentivi per la rimozione di superfici impermeabili, come cortili o giardini pavimentati. Le compagnie idriche dovrebbero collaborare con i ricercatori per modellare i bacini idrografici per una migliore gestione delle infrastrutture. Le autorità sanitarie e ambientali devono educare le persone sui rischi per la salute pubblica e lavorare insieme per migliorare l’efficacia della segnaletica nei siti di balneazione designati. La necessità di processi di disinfezione nei siti critici dovrebbe essere valutata come parte di un approccio basato sul rischio per la salute pubblica.
Poi ci sono quelle che il rapporto definisce opportunità di trasformazione a lungo termine: Dovrebbe essere stabilita una visione guidata dal governo per il sistema delle acque reflue, incorporando diverse prospettive e fissando obiettivi misurabili. una strategia nazionale per sistemi di drenaggio sostenibili è essenziale per gestire l’acqua piovana, ridurre gli input fognari e adattarsi ai cambiamenti climatici. il governo è invitato a rivalutare la sua strategia per l’efficienza idrica e la prevenzione dei blocchi, includendo potenzialmente il divieto di articoli non lavabili, integrato dall’impegno pubblico per promuovere un uso responsabile del sistema idrico. I fornitori di servizi idrici e gli enti regolatori dovrebbero stanziare più fondi per programmi dimostrativi su larga scala per aprire la strada a nuovi metodi di trattamento, migliorando le prestazioni, la rimozione degli inquinanti e il monitoraggio in tempo reale dei patogeni fecali.
Infine, bisogna prepararsi al futuro: L'UK Research and Innovation (UKRI) e altri finanziatori sono chiamati a finanziare la ricerca multidisciplinare sul comportamento microbico fecale e lo sviluppo di tecnologie di monitoraggio avanzate per il rilevamento in tempo reale nelle acque ricreative. E’ necessario espandere le competenze normative e ingegneristiche per attuare queste azioni e gestire il monitoraggio e l’applicazione delle norme sulla qualità dell’acqua. Si raccomanda la nomina di un wastewater champion per facilitare la collaborazione tra gli stakeholder e lo scambio di informazioni, fondamentali per migliorare l'infrastruttura delle acque reflue del Regno Unito.
David Butler Freng, presidente del gruppo di lavoro sulle acque reflue del National Engineering Policy Center, commenta: «La nostra visione per il futuro sistema delle acque reflue del Regno Unito è quella che garantisce il giusto equilibrio tra salute umana, protezione ambientale e sostenibilità economica. Ma prima abbiamo bisogno di una solida base di prove per comprendere e misurare accuratamente i rischi per la salute pubblica. Tale base è essenziale per informare regolamenti, standard e politiche, consentendo uno sforzo congiunto da parte di governi, regolatori e società idriche per mitigare i rischi per la salute e garantire la sicurezza delle acque libere per tutti. La crescente urbanizzazione e le previsioni di eventi piovosi più frequenti e intensi dovuti ai cambiamenti climatici comporteranno una pressione crescente sul nostro vecchio sistema di acque reflue. I politici e l’industria dovrebbero considerare attentamente le azioni che abbiamo delineato qui e le loro implicazioni nei futuri progetti di infrastrutture per le acque reflue».
Barbara Evans, professoressa di ingegneria della sanità pubblica all'università di Leeds, conclude: «Gli investimenti nel settore igienico-sanitario richiedono visione e leadership nazionale; 150 anni fa, il Regno Unito si impegnò a eliminare il colera e fece gli enormi investimenti necessari nel nostro sistema di acque reflue; abbiamo raccolto i benefici di quella visione per tutta la nostra vita, e probabilmente non ne siamo stati sufficientemente consapevoli. Questo investimento sta giungendo al termine e bisogna assumere un nuovo impegno e creare la visione di un nuovo sistema di trattamento delle acque reflue adatto al futuro, lo dobbiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti».