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Anche Legambiente è in campagna elettorale? «Sì, abbiamo scritto il programma e ora partiamo con un tour che toccherà tutte le regioni italiane». Sorride ma non scherza, Stefano Ciafani. Il presidente dell’associazione ambientalista guarda al dibattito tra le forze politiche in vista del voto europeo di giugno e scuote la testa. «I temi riguardanti la tutela dell’ambiente e la crisi climatica sono totalmente assenti. Parliamo di questioni che sono centrali non solo per l’Europa ma per il pianeta, per le economie mondiali, per la nostra competitività, per il futuro delle nuove generazioni. ...

L'Editoriale

Il Grean deal Italia, prima che sia troppo tardi

Erasmo D'Angelis
Erasmo D'Angelis
Leggetela bene l’intervista di greenreport al Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. L’entrata a gamba tesa nell’imbarazzante melina politica e del governo sui temi ambientali e sul che fare contro la crisi climatica, e il nuovo “Grean deal per l’Europa” indicano la nuova “discesa” in campo della più organizzata e trasversale associazione ambientalista. Una necessità nella rimozione generale della questione ambientale, in un’Italia che continua a confermarsi tra i territori del pianeta più esposti ai rischi climatici con vittime e danni incalcolabili, ma che preferisce rimuovere e parlar d’altro, far finta che non esista nemmeno il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici adottato, con le sue urgenti 361 azioni di adattamento, mitigazione e prevenzione, in 27 settori critici. Ciafani giustamente lo indica come centrale, è “il piano dei piani”, eppure chi lo cerca non lo trova. Nessuno ne parla, non è finanziato, non ha una governance, è l’oggetto misterioso collocato nel sito del Ministero competente, quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Era il 10 agosto scorso, giorno in cui tutti tirammo un sospiro di sollievo. Sembrava fatta. Finalmente, d...
Di chi è la plastica nell’Oceano

Di chi è la plastica nell’Oceano

Mai così tanta la plastica in mare, secondo una ricerca di una startup tedesca, CleanHub, ogni anno 14 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. La ricerca ha messo in evidenza la provenienza di questi rifiuti ovvero i paesi asiatici, Cina e India al primo posto seguiti dal Brasile. Ma anche Stati Uniti e Regno Unito contribuiscono in gran numero.
Tra i rifiuti più impattanti le microplastiche, in peso, si stima che ci siano 14 milioni di tonnellate di microplastiche sul fondo dell’oceano. In numeri assoluti, quelle in superficie sarebbero 358 mila miliardi. Ancora molto diffuse le cannucce di plastica, 8,3 miliardi quelle trovate sulle coste di tutto il mondo, il 40% degli oggetti di plastica rinvenuti.

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