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La qualità dell’informazione come bene comune

Greenreport diventa maggiorenne, con una nuova casa per l'ambientalismo scientifico

Oggi il progetto di rafforzamento della testata è stato presentato in Regione Toscana
 |  Educazione e formazione

La versione 3.0 di greenreport.it è stata presentata oggi a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati, nella presidenza della Regione Toscana, con un panel di alto livello che ha visto gli interventi del presidente Eugenio Giani e dell’assessora all’Ambiente Monia Monni, insieme ai presidenti di Legambiente Toscana e Confservizi Cispel Toscana – rispettivamente Fausto Ferruzza e Nicola Perini – oltre al neo-direttore editoriale del quotidiano, Erasmo D’Angelis.

«A causa di siccità, incendi e bombe d’acqua, nell’arco di 15 mesi – ha ricordato in apertura Giani – ho dovuto dichiarare per 7 volte lo stato d’emergenza regionale. In un simile contesto è fondamentale poter contare su un canale d’informazione che consenta di confrontarci e di avere spunti di riflessione per governare la transizione ecologica».

Ed è proprio questo il modo di fare giornalismo che greenreport porta avanti con indipendenza ormai da 18 anni, facendo leva sui criteri dell’ambientalismo scientifico. Nel 2024 la testata compie 18 anni: è diventata maggiorenne e ha trovato una nuova casa nell’editore Sicrea, mettendo in campo un progetto di rilancio per contribuire ad affrontare con forze fresche l’enorme sfida dello sviluppo sostenibile.

«Cambiare ciò che ci sta intorno è molto complesso, c’è paura e preoccupazione – ha osservato Monni – Basti osservare il tema del paesaggio: per tutelarlo occorre fare spazio con intelligenza alle fonti rinnovabili, e su questo campo molte resistenze si basano su incomprensioni. Una fonte d’informazione pulita, accessibile e commestibile ha molto a che fare con la qualità della democrazia».

È quanto, non a caso, all’inizio di quest’anno ha messo in evidenza anche il World economic forum (Wef) indicando nella disinformazione e nella crisi climatica i due più grandi rischi che l’umanità si trova di fronte. Rischi che tra loro s’intrecciano.

«Le nostre utility sono chiamate a operare in un contesto dove servono sempre più informazione e formazione – ha argomentato nel merito Perini – il mondo che abbiamo conosciuto è in trasformazione, c’è bisogno di grandi investimenti e d’impianti per portare la transizione ecologica sui territori. La voce di greenreport dovrà essere obiettiva e istituzionale, non la voce delle aziende ma quella di una scientificità che possa aiutare la collettività a crescere».

Le sindromi Nimby (acronimo che sta per non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato elettorale) che troppo spesso frenano la realizzazione di opere infrastrutturali e impianti volti a produrre energia dalle fonti rinnovabili, a gestire i rifiuti in un’ottica di economia circolare come anche a salvaguardare la risorsa idrica o a promuovere la mobilità sostenibile trovano infatti terreno fertile nella disinformazione. 

«La qualità dell’informazione è un bene comune, e il motivo per cui Legambiente è qui è molto semplice da spiegare – ha concluso sul punto Ferruzza – Questa è una testata che ho visto nascere nel gennaio del 2006 e che mi è particolarmente cara; in questi anni ha sempre portato avanti la bandiera dell’ambientalismo scientifico, con un’importante attività di debunking sulle tante fake news che circolano in merito alla transizione ecologica. Oggi festeggiamo la maggiore età di greenreport con un punto di svolta importante, e sono convinto che la testata non sarà di qualcuno o di qualcosa: continuerà a svolazzare indipendente, con quell’aria sbarazzina da minorenne che l’ha sempre caratterizzata».

 

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.