La crisi climatica torna ad abbattersi su Milano, dopo il Lambro esonda anche il Seveso
Dopo una nottata in allerta meteo per rischio idrogeologico e temporali, Milano si è svegliata stamani di nuovo sott’acqua a causa dell’esondazione del Lambro, cui in serata si è aggiunta l'esondazione del Seveso.
I nubifragi imperversano su tutta la Lombardia, ma solo nella città meneghina sono stati già decine gli interventi dai Vigili del fuoco per allagamenti e soccorsi ad automobilisti in panne, mentre i sommozzatori hanno dovuto trarre in salvo alcune persone con disabilità bloccate in una struttura.
«Le piogge che stanno imperversando sulla città e su gran parte della Lombardia ormai da diverse ore hanno reso necessario l’intervento di Protezione Civile – spiegano dal Coordinamento volontariato organizzato – Al momento 5 squadre, per un totale di 18 Volontari, stanno operando in zona Ponte Lambro, mentre si segue l’evoluzione degli eventi».
Già da ieri sera sono state evacuate le comunità del Parco Lambro, col livello idrometrico che ha superato quota 2,5 metri. Nel frattempo anche gli altri fiumi sono sotto stretta osservazione.
«Alle 6.30 abbiamo attivato la vasca di Milano (la vasca di laminazione a Bresso, ndr) contro le esondazioni del Seveso, a protezione i quartieri di Niguarda, Prato Centenaro e Isola – dichiarava stamani l’assessore comunale alla Sicurezza, Marco Granelli – Ancora una volta quest’opera fondamentale è entrata in funzione e protegge la nostra città».
Ma col proseguire delle ore e l'accumularsi della pioggia, neanche la vasca di Bresso è stata sufficiente. In serata, il Seveso è inondato a Niguarda, allagando i quartieri.
«La vasca è ormai completamente piena – ha confermato Granelli, sul posto per monitorare la situazione – Come abbiamo sempre detto una vasca da sola non basta, servono tutte: a Senago, a Lentate, a Paderno Varedo. Dobbiamo fare in fretta e fare tutte le vasche, diciamo alla Regione che non dobbiamo perdere più un minuto, perché i quartieri di Milano devono poter vivere tranquilli».
Le infrastrutture per tenere sotto controllo il deflusso delle acque si confermano dunque fondamentali, ma sarebbe semplicistico derubricare il problema a quello del “maltempo”. La crisi climatica alimentata dall’uso dei combustibili fossili porta a un incremento nella frequenza e nell’intensità degli eventi meteo estremi – che hanno segnato +22% durante il 2023 – con la Lombardia al primo posto tra le regioni colpite lo scorso anno.
Eppure ancora nell’autunno scorso il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, parlava di «ideologia» su clima e inquinamento: «i discorsi sul cambiamento del clima non vanno ideologizzati. Nel momento, infatti, in cui noi li riteniamo un mantra non risolveremo mai il problema. Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti, esistono ragioni specifiche che lo causano e che dovremo cercare di contrastare. Non lasciamoci quindi sommergere soltanto da ragioni ideologiche perché potrebbero causare gravi danni».
Ma queste «ragioni specifiche» non vengono nominate – a partire dall’uso dei combustibili fossili, fino agli allevamenti intensivi –, né affrontate con la giusta solerzia.