Il costo del caldo estremo per gli anziani. Le implicazioni politiche e sociali
La popolazione mondiale sta invecchiando a un ritmo senza precedenti ed entro il 2050 il numero degli ultra-60enni raddoppierà fino a raggiungere quasi 2,1 miliardi di individui, i oltre due terzi dei quali vivranno in Paesi a reddito medio e basso dove gli eventi estremi legati al cambiamento climatico sono particolarmente probabili. L’aumento dell’intensità, della durata e della frequenza delle ondate di caldo rappresenta una minaccia diretta per la salute fisica, con conseguenze particolarmente gravi per gli anziani, data la loro maggiore vulnerabilità all'ipertermia e ai generali rischi per la salute legati all'esposizione al calore.
Nonostante ricerche approfondite abbiano confermato gli effetti a livello individuale del caldo estremo sulla salute e sul rischio di mortalità degli anziani, l’esposizione al caldo degli anziani a livello della popolazione mondiale non è stata finora molto studiata. Secondo le previsioni dello studio “Heatexposures of global elderly populations in CMIP6 scenarios”, pubblicato su Nature Communications da Giacomo Falchetta ed Enrica De Cian del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc) e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e da Ian Sue Wing e Deborah Carr della Boston University, «fino a 246 milioni di anziani in più rispetto a oggi in tutto il mondo saranno esposti a livelli pericolosamente alti di calore entro l'anno 2050, e coloro che vivono in Asia e Africa subiranno gli effetti più gravi».
Il nuovo studio è corredato da una dashboard interattiva che illustra i cambiamenti demografici attuali e quelli previsti, e i rischi legati al caldo nei Paesi del mondo e i ricercatori evidenziano che i risultati «possono contribuire a informare le valutazioni regionali dei rischi legati all'esposizione al calore e il processo decisionale in materia di sanità pubblica».
Il team di ricerca ha quantificato per diverse fasce d'età in tutto il mondo l'esposizione cronica a temperature medie elevate, nonché la frequenza e l'intensità dell'esposizione acuta a temperature estremamente elevate e Falchetta evidenzia che «entro il 2050, più del 23% della popolazione mondiale di età superiore ai 69 anni vivrà in climi con esposizione acuta al calore superiore alla soglia critica di 37,5° C, rispetto al 14% nel 2020».
Gli autori dello studio hanno anche dimostrato che un numero di anziani compreso tra i 177 e i 246 milioni in più rispetto a oggi potrebbe essere esposto a un calore pericolosamente acuto. La Carr sottolinea che «gli effetti sono previsti essere più gravi in Asia e Africa, continenti che potrebbero avere anche le capacità di adattamento più basse».
I ricercatori concludono che «le aree con popolazione che invecchia e con una crescente esposizione al calore probabilmente dovranno affrontare notevoli richieste di servizi sociali e sanitari, richiedendo nuovi interventi politici. I risultati dello studio possono supportare le valutazioni relative alla salute e per la pianificazione dell’adattamento al cambiamento climatico».