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Altro che economia circolare, il Cam strade potrebbe portare al blocco delle opere

Siteb: «A pochi giorni dall’entrata in vigore della norma registriamo dalle Stazioni appaltanti grande preoccupazione per la carenza d’informazioni»
 |  Green economy

Questo sabato entrerà in vigore il cosiddetto Cam strade, ovvero i nuovi Criteri ambientali minimi (Cam) per i lavori di costruzione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali, offrendo nuove occasioni di sviluppo per l’economia circolare. Questo in teoria, perché la Pubblica amministrazione non sembra sia ancora pronta a misurarsi con questa sfida, nonostante il rischio fosse emerso con grande chiarezza già nei mesi scorsi.

L’Associazione strade italiane e bitumi (Siteb), che rappresenta la filiera delle strade, parla di «una norma attesa da anni fondamentale per imprimere una forte accelerazione allo sviluppo dell’economia circolare nella filiera delle strade, ma che dal 21 dicembre rischia di provocare un brusco stop dei lavori stradali da parte di Comuni e stazioni appaltanti di dimensioni medio-piccole non ancora pronti a bandire appalti in linea con la nuova normativa».

Nei giorni scorsi l’Associazione ha evidenziato agli uffici del ministero dell’Ambiente i risultati dei gruppi di lavoro di esperti (composti anche da rappresentanti di stazioni appaltanti, progettisti e direttori dei lavori), che hanno approfondito l’impatto del decreto, sottoponendo osservazioni per il miglioramento del provvedimento e per una più efficace applicazione.

«Siamo convinti – argomenta il presidente Siteb, Alessandro Pesaresi – che il decreto Cam rappresenti una valida opportunità per l’attuazione dei principi di sostenibilità e riconosciamo agli uffici del ministero il merito di aver cercato di ordinare una materia assai complessa nel settore delle opere stradali. A pochi giorni dall’entrata in vigore della norma registriamo però dalle Stazioni appaltanti grande preoccupazione per la diffusa carenza di informazioni in materia, con il rischio concreto di una accelerazione dei procedimenti di gara banditi secondo le procedure ordinarie entro la scadenza imminente di applicazione dei Cam e di un successivo blocco delle gare per impossibilità di ottemperare ai nuovi requisiti imposti a tutte le opere. Inoltre, ad esclusione delle grandi stazioni appaltanti più strutturate, evidenziamo una forte preoccupazione delle stazioni appaltanti minori (di fatto la stragrande maggioranza, per numero e per attività complessiva di costruzione e manutenzione) che si trovano a dover applicare clausole e criteri anche per piccoli appalti con aggravio di costi e indisponibilità di risorse qualificate».

Nel dossier inviato al Ministero sono illustrate le maggiori criticità applicative tra cui: l’imminente entrata in vigore del decreto Cam strade non è compatibile con la necessaria attività informativa/formativa e di adeguamento alle prescrizioni; l’applicazione di clausole e criteri indifferentemente a tutti i servizi di progettazione e di esecuzione dei lavori, non considera specifiche entità e tipologie dei lavori. Sarebbe stata più indicato introdurre un criterio di gradualità prevedendo i Cam, almeno nella fase iniziale, solo per i lavori sopra una certa soglia di importo; alcune prescrizioni possono generare conflitti in fase applicativa.

Redazione Greenreport

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