Il decreto Cam strade spinge sull’economia circolare, ma la Pubblica amministrazione è pronta?
Entrerà in vigore il prossimo 21 dicembre il cosiddetto Cam strade, ovvero i nuovi Criteri ambientali minimi (Cam) per i lavori di costruzione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali, offrendo nuove occasioni di sviluppo per l’economia circolare.
«Attendevamo da anni questo decreto – commenta la Siteb, l’Associazione strade italiane e bitumi – destinato a imprimere una decisa accelerazione allo sviluppo dell’economia circolare nella filiera delle strade, promuovendo il riciclo e l’impiego di nuove tecnologie a basso impatto ambientale. La complessità delle prescrizioni e l’imminente entrata in vigore potrebbero però generare inizialmente una distorta applicazione dei criteri da parte dei Comuni, Province e Regioni con meno risorse e prive di uffici tecnici strutturati».
Per cogliere appieno le potenzialità del decreto, inoltre, dovranno essere qualificate nuove figure professionali e rafforzate le conoscenze specifiche di tutti gli operatori, in primis progettisti e imprese, sia per gli aspetti strettamente tecnici sia per le implicazioni in ambito ambientale. Le imprese dovranno attivare importanti investimenti per l’adeguamento degli impianti di produzione dei materiali e per la sostituzione di macchine operatrici necessarie alla posa secondo i nuovi criteri previsti.
Le stazioni appaltanti dovranno rivedere i capitoli di spesa, adeguando i costi di progettazione e quelli di realizzazione con nuovi materiali e tecnologie più onerose.
Tra le criticità del decreto, Siteb ne evidenzia una su tutte: le clausole e i criteri minimi e premianti introdotti sono numerosi e molto articolati, non sempre di facile interpretazione e applicazione. L’imminente entrata in vigore dei Cam «non appare compatibile» con i tempi di adeguamento delle parti interessate. In particolare, a esclusione di alcuni enti gestori e stazioni appaltanti dotati di uffici tecnici altamente qualificati, gran parte delle Amministrazioni pubbliche “minori” non dispongono di risorse adeguate ad affrontare la complessità dei temi imposti dal decreto.
È utile ricordare al proposito che la rete stradale italiana si sviluppa per circa 850.000 km, per due terzi strade di competenza dei Comuni, che spesso hanno risorse appena sufficienti per risolvere le emergenze e per fare le sole manutenzioni superficiali delle pavimentazioni.
Temi come il calcolo dimensionale di una pavimentazione (alla base per la determinazione della durata) o il monitoraggio delle condizioni con parametri Pci (Pavement condition Index) o Psi (Present serviceability index) non sono assolutamente noti a tutti i tecnici che si occupano anche di pavimentazioni stradali. Il rischio reale è di una iniziale applicazione distorta degli adempimenti, con esclusione in partenza di criteri o applicazione di regole non sufficientemente conosciute come, ad esempio, gli strumenti per la valutazione del ciclo di vita dei materiali (Lca) e la conseguente difficile comparazione delle prestazioni ambientali tra diversi materiali e tecnologie.
«Il lungo percorso che ha portato alla pubblicazione dei Cam strade – osserva nel merito Alessandro Pesaresi, presidente Siteb – ha prodotto un testo che conferisce alla fase iniziale di progettazione di un’opera un’importanza strategica per la scelta dei materiali e per la definizione delle soluzioni tecnologiche più adeguate e il dimensionamento degli elementi costruttivi a beneficio della durabilità dell’opera stessa. L’utilizzo prioritario di materiali di recupero con quantitativi minimi di impiego per i singoli strati del corpo stradale dovrebbe consentire un significativo sviluppo in ottica circolare della nostra filiera, con un’importante riduzione del prelievo delle risorse non rinnovabili. Aumenterà quindi l’impiego del granulato di conglomerato bituminoso, il cosiddetto fresato di asfalto (risorsa preziosa attualmente non completamente valorizzata). La spinta all’introduzione di conglomerati bituminosi a temperature ridotte (i cosiddetti ‘conglomerati tiepidi’) poi è un ulteriore elemento apprezzabile per il conseguente contenimento delle emissioni in atmosfera».
Altrettanto importante sarà il ruolo che potranno svolgere anche altre materie prime seconde, come il polverino di gomma riciclata da pneumatici fuori uso (pfu) impiegabile nella realizzazione delle pavimentazioni stradali.
Vista la complessità del tema, un’importante occasione di approfondimento sul Cam strade arriverà con la quarta giornata della manifestazione Asphaltica 2024 – il Salone internazionale della filiera della strada e dell’asfalto in programma a BolognaFiere dal 9 al 12 ottobre 2024 – con numerosi esperti che si confronteranno sulle indicazioni e sugli impatti della nuova normativa.