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Al via le bonifiche da keu in Toscana, la conclusione è attesa entro quest’anno
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Mentre il processo per l’inquinamento da keu in Toscana continua il suo corso, oggi in Regione è stato fatto il punto sulle attività di bonifica inerenti agli impianti di gestione rifiuti inerti “Lerose srl”, nel Comune di Bucine (Ar) e nel Comune di Pontedera (Pi), nonché quello relativo al lotto V Empoli – Castelfiorentino Strada Regionale 429 nel Comune di Empoli.
Le indagini ipotizzano un illecito traffico e smaltimento di rifiuti provenienti dal comprensorio del cuoio di Santa Croce sull’Arno: circa 8mila tonnellate (contenenti cromo3) destinate quali inerti nel riempimento di nuove infrastrutture come il V lotto della SR 429 Empolese-Valdelsa, l’aeroporto militare di Pisa (poi bonificato), in un terreno di recupero ambientale a Massarosa, nella zona del Green Park a Pontedera e nella Strada Provinciale 26, nel territorio comunale di Montaione. Una vicenda ancora oscura, nella quale però confortano in parte i risultati di due anni di monitoraggi continui condotti da parte dell’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, in base ai quali le acque sotterranee e superficiali analizzate presentano sempre valori inferiori alle soglie di contaminazione; meno omogenea la situazione dei terreni.
«Entriamo in una fase pienamente operativa – spiegano oggi il presidente Eugenio Giani e l’assessora Monia Monni – che ci consente di traguardare la realizzazione degli interventi di ripristino ambientale necessari per assicurare i più elevati livelli di tutela. La vicenda keu rappresenta senza dubbio una ferita dolorosa inferta dalla criminalità al territorio regionale, ma la reazione avuta da subito e in questi anni dimostra che in Toscana ci sono istituzioni coese e forti anticorpi contro la criminalità. Siamo con rigore in prima linea per la tutela dell’ambiente. La scelta lungimirante di richiedere al Governo nel dicembre 2021 il supporto della struttura del Commissario Vadalà è un passaggio che rivendichiamo con orgoglio, perché ci ha consentito di implementare grandi professionalità su un settore complesso come quello delle bonifiche e di accelerare al massimo per dare le risposte che i cittadini ci chiedevano».
Da qui il «sincero e sentito ringraziamento» al generale Vadalà, al tenente colonnello Tarantino e a tutta la struttura del Commissario unico per le bonifiche per il lavoro attento e rapido che è stato svolto in questi mesi sui siti di competenza regionale in cui è stato utilizzato materiale riciclato contenente keu.
«Lo avevamo detto ad inizio del mandato commissariale che il lavoro sarebbe proseguito veloce sul solco già tracciato dalla Regione Toscana, con la quale operiamo a strettissimo contatto sin dal primo giorno – aggiunge nel merito Vadalà – Da subito (novembre 2023) abbiamo applicato la nostra metodologia (già sviluppata nel corso di questi anni dal 2017 sui siti delle procedure di infrazione) ovvero: sopralluogo sui siti, riunioni con i tecnici e le autorità territoriali, studio dei fascicoli ambientali, redazione dei dossier amministrativi, finanziari, operativi e giudiziari, sviluppo laddove necessità di caratterizzazione delle matrici ambientali e di progettazione degli interventi di messa in sicurezza ed infine bonifica, di comune accordo con le Arpa localmente competenti. Questo anno trascorso (2024) ci ha visto effettuare le caratterizzazioni dei siti, studiare l’andamento del rifiuto keu (anche a livello sperimentale) e capire quali potessero essere le vie più veloci e di maggior efficienza per snellire e realizzare le operazioni di risanamento dei territori. Ora passeremo alla fase operativa di bonifica, che crediamo possa concludersi entro la fine del 2025, così da restituire i territori risanati ai cittadini e a chi ne aveva la gestione».
È utile ricordare che il keu, prima di diventare il grande protagonista dell’ennesima inchiesta toscana sui rifiuti, aveva un’accezione tutt’altro che negativa. Il keu rappresenta infatti le ceneri derivanti dai processi di essiccazione dei fanghi di depurazione del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno che, dopo miscelazione con carbonato di calcio, risulta impiegabile per la produzione di granulati inerti per l’edilizia e conglomerati bituminosi per asfalti; dunque un’operazione pienamente sostenibile, nel rispetto dei principi dell’economia circolare; oggetto dell’inchiesta keu non è dunque il recupero in sé di queste ceneri, ma il presunto inquinamento che deriva dall’effettivo rispetto o meno dei limiti nelle concentrazioni di inquinanti all’interno di questi materiali, soprattutto dopo le operazioni di miscelazione. Tant’è che Arpat e Università di Pisa, dopo l’avvio dell’inchiesta, hanno messo in campo nuovi progetti di ricerca (si veda qui e qui) per re-inserire il keu in processi virtuosi di economia circolare.
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