Trasporto pubblico, car e bike sharing: a che punto è la mobilità sostenibile in Toscana? Lo spiega l’Ars
La mobilità sostenibile è un insieme di soluzioni che danno vita ad una mobilità che sia vantaggiosa per l’ambiente, ma anche per le persone. La mobilità sostenibile mira a un trasporto eco-compatibile, contribuendo a minori emissioni, minore consumo di risorse non rinnovabili e al miglioramento della salute pubblica.
Il motivo più impellente della necessità di spostarsi in modo sostenibile è la riduzione di emissioni di CO2 per contrastare il riscaldamento globale. Il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, il 71,7% delle quali è prodotto dal trasporto stradale. Diventa, quindi, essenziale una mobilità basata sul trasporto sostenibile, alternativa all’uso dei mezzi privati, come il trasporto pubblico, la mobilità pedonale e ciclabile, i veicoli elettrici, la mobilità condivisa.
Dal punto di vista dei vantaggi sulla salute individuale, l’utilizzo dei mezzi di trasporto favorisce uno stile di vita meno sedentario e più attivo, migliorando così anche le condizioni di salute. Chi utilizza i mezzi pubblici, tendenzialmente, si sposta anche di più a piedi rispetto a coloro che usano le automobili private. Inoltre, sono sempre di più le persone che associano l’utilizzo della bicicletta a quello dei mezzi pubblici. Secondo i dati Istat, quasi una persona su cinque (19,1%) sceglie una forma attiva per gli spostamenti: va a piedi il 17,4% e in bici l’1,7%.
Inoltre, le infrastrutture per i trasporti e le auto sono responsabili di livelli di rumore eccessivi. L’inquinamento acustico ha diverse conseguenze sulla salute e sul benessere delle persone: un’eccessiva esposizione al rumore può provocare nelle persone disturbi sul sonno, aumento della pressione e malattie cardiovascolari.
Infine, vi sono dei vantaggi a livello economico, come il risparmio sui costi degli spostamenti, sia a carico del singolo che della comunità e la riduzione del degrado urbano e del consumo del territorio.
Gli strumenti per raggiungere reali risultati nello sviluppo della mobilità sostenibile sono la tecnologia, l’innovazione e il comportamento delle persone.
La mobilità sostenibile in Italia
L’Italia, negli ultimi anni, ha fatto notevoli passi avanti nella mobilità sostenibile, con l’aumento degli investimenti in infrastrutture per biciclette e veicoli elettrici, l’introduzione di zone a traffico limitato e l’adozione di politiche per promuovere servizi di sharing. Restano, però ancora sfide importanti da affrontare. L’utilizzo dell’auto privata è ancora molto diffuso, soprattutto nelle grandi città, e l’inquinamento continua a essere un problema serio in molte aree urbane. Inoltre, la rete del trasporto pubblico in alcune zone è ancora carente e non sempre efficiente.
Secondo l’indagine di Euromobility sulla Mobilità sostenibile in Italia del 2022, Firenze si colloca al 3° posto tra le città più eco-mobile: in 10 anni dall’introduzione del tram ha portato il 22% dei suoi passeggeri ad abbandonare il mezzo privato. Nel 2021 Firenze era al primo posto, seguita da Milano e Torino.
Figura 1. Città più eco-mobile d’Italia. Fonte: Euromobility, 2022.
Dal report Dati ambientali nelle città 2022 dell’Istat emerge che il TPL (Trasporto Pubblico Locale) si mantiene stabile, con un valore medio di 4.696 posti-km per abitante. Permangono, però, divari territoriali nella distribuzione dell’offerta di TPL, che vanno dai 7.705 del Nord-ovest, 3.889 nel Nord-est, 5.407 nelle città del Centro, 1.972 in quelle del Mezzogiorno e 1.937 al Sud.
Nel 2022 sono in aumento le piste ciclabili con un più 2,3% rispetto all’anno precedente (e +24% dal 2017). Tuttavia, oltre il 70% dell’infrastruttura ciclabile si concentra nelle città del Nord. La densità della rete ciclabile è mediamente più alta nei capoluoghi metropolitani con, anche in questo caso differenze territoriali. I valori più alti con oltre 170km/100km2 li detengono Torino e Milano, seguite da Bologna (121,4) e Firenze (88), all’altro capo della classifica troviamo Messina (3,4) e Reggio Calabria (3,4).
In crescita anche l’offerta del car sharing e del bike sharing.
Dal 2017, per le città sopra i 100mila abitanti è obbligatoria la redazione dei Piani urbani di mobilità sostenibile (PUMS). Il PUMS è un piano strategico che sviluppa una visione di sistema della mobilità, con un orizzonte temporale di breve, medio e lungo periodo. I principi ispiratori del PUMS sono l’integrazione, la partecipazione, la valutazione e il monitoraggio. Pone al centro i cittadini e la soddisfazione delle loro esigenze di mobilità, con un approccio trasparente e partecipativo.
Il Piano urbano della mobilità sostenibile deve garantire a tutti i cittadini opzioni di trasporto per accedere alle destinazioni e ai servizi chiave; migliorare le condizioni di sicurezza; ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, le emissioni di gas serra e i consumi energetici; aumentare l’efficienza e l’economicità dei trasporti di persone e merci; contribuire all’attrattività del territorio e alla qualità dell’ambiente urbano.
Figura 2. Piani Urbani della Mobilità Sostenibile. Fonte: Euromobility, 2022.
Per l’Istat sono il 93% dei comuni capoluogo con più di 100mila abitanti ad essersi dotati di un PUMS.
A livello mondiale sono numerose le classifiche sulla sostenibilità e la qualità del trasporto pubblico, con risultati che cambiano in base alle innumerevoli variabili prese in considerazione.
Secondo il Sustainable cities index del 2024, in vetta alla classifica delle città più sostenibili c’è Amsterdam, seguita da Rotterdam e Copenaghen. Nessuna città italiana è presente tra le prime 10 posizioni. La prima città italiana compare al 55° posto ed è Milano.Al di là delle classifiche, il tema della mobilità sostenibile è in testa alle politiche ambientali in ogni parte del mondo.
Diffusione e utilizzo della mobilità sostenibile in Toscana
La mobilità sostenibile è al centro delle politiche di mobilità della Regione Toscana, portate avanti nell’ambito del Piano regionale integrato infrastrutture e mobilità (PRIIM), che punta a promuovere modalità di trasporto a basso impatto ambientale.
Nel 2021 la Regione Toscana ha condotto un’indagine sugli spostamenti casa-lavoro dei propri dipendenti. è stato rilevato che la modalità di trasporto privato risulta prevalente: il 54% dei percorsi casa-lavoro è fatto con mezzo privato motorizzato. Il ricorso ai mezzi pubblici coinvolge una quota minoritaria dei dipendenti (il 19% utilizza i mezzi del TPL, il 12% associa mezzi pubblici con il mezzo privato).
Figura 3. Tipologia dei percorsi adottati dai dipendenti Regione Toscana. Fonte: Monitoraggio PRIIM, 2023.
I risultati dell’indagine sono confluiti nel Piano spostamenti casa-lavoro 2021 della Regione Toscana (DGR 1399/2021). Il Piano punta al raggiungimento dello spostamento di almeno il 5% dall’uso del mezzo proprio motorizzato verso forme di mobilità più sostenibili.
Tale obiettivo sarà perseguito attraverso alcune misure proposte, sintetizzate di seguito:
Dal punto di vista più operativo e concreto anche la Toscana si sta muovendo verso una mobilità sostenibile, con l’aumento dei mezzi pubblici e delle stazioni del bike e del car sharing.
Attualmente non dispongono di servizi di bike sharing le città di Pistoia e Prato, mentre il car sharing è disponibile solo a Firenze e Arezzo da più tempo e dal 2022 anche nelle città di Livorno e Pisa.
L’offerta del bike sharing è andata ad aumentare gradualmente negli anni. A Firenze la disponibilità media è di 135,4 biciclette ogni 10mila abitanti. Le altre due città in cui è molto diffusa la condivisione delle biciclette sono Siena e Pisa, rispettivamente con 25,1 biciclette/10mila abitanti e 20,8 biciclette/10mila ab.
Figura 4. Disponibilità di biciclette utilizzate per i servizi di bike sharing (biciclette per 10mila abitanti). Fonte: Istat, 2022.
Per quanto riguarda l’offerta di car sharing, invece, notiamo nelle città in cui è presente, negli anni si è verificata diminuzione della disponibilità di veicoli, per esempio, nella città di Firenze si è passati da 13,8 veicoli per 10mila abitanti del 2017 a 7,3/10mila ab. del 2022. E come già anticipato, le città in cui è presente il car sharing in Toscana sono solo 4 su 10 tra i capoluoghi di provincia.
Dato positivo per tutti i capoluoghi di provincia è l’aumento graduale negli anni dei passeggeri del trasporto pubblico. Gli autobus a basse emissioni (elettrici/ibrici o alimentati a metano o gpl) sono in aumento rispetto all’anno precedente, anche se con grosse differenze tra il territorio regionale. La componente più numerosa è ancora quella dei veicoli alimentati a gas, il cui numero è, nelle maggior parte delle città, in calo.
Figura 5. Autobus a basse emissioni utilizzati per il trasporto pubblico locale. Fonte: Istat, 2022.
Per arrivare ad un reale sviluppo della mobilità sostenibile è necessario sia incentivare la diffusione delle giuste tecnologie, sia spingere le persone a prediligere un certo tipo di mezzo di trasporto. Infatti, è fondamentale, che nelle grandi città sia possibile muoversi in modo sicuro e comodo a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici.
Nella popolazione adulta toscana solo il 40,2% pratica una mobilità attiva, leggermente sotto alla media nazionale che è del 42,4% (dati PASSI, 2021). I toscani hanno un valore migliore per quanto riguarda l’uso della bicicletta: sono il 13,6% ad aver dichiarato di usare regolarmente la bicicletta, contro il 10,6% della media italiana, mentre solo il 36% va regolarmente a piedi (Italia 39,3%).
Infine, se guardiamo ai comportamenti delle nuove generazioni, dai risultati di OKkio alla salute 2023, emerge che il 24,4% dei bambini toscani va a scuola a piedi, il 60,7% in macchina/motorino e un 14,4% con l’autobus. Sicuramente il più grosso ostacolo ad una mobilità più sostenibile dei più piccoli è la lontananza della scuola da casa.