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A Volterra il 20/9 è in agenda un appuntamento pubblico con istituzioni, imprese e associazioni

Geotermia, a che punto è lo sviluppo in Toscana? Ugi chiede un confronto con la Regione

Dopo la disponibilità degli incentivi Fer2, l’Unione geotermica italiana spera in un «vigoroso sviluppo geotermico»
 |  Toscana

In base alle indicazioni arrivate già un’estate fa dal pur non ambizioso Governo Meloni, la Toscana è chiamata a installare sul proprio territorio almeno 4,2 GW d’impianti rinnovabili entro il 2030: rispettare la tabella di marcia significa fare spazio a circa 2 MW al giorno, equivalenti a una delle pale eoliche attese nel parco eolico di Villore nel Mugello.

La Toscana ha però in tasca il jolly della geotermia, che grazie alla produzione costante e non dipendente da fattori meteo rappresenta uno strumento prezioso per guidare la transizione ecologica. Non a caso, la Regione punta a raddoppiare la produzione da geotermia. A che punto siamo?

La parte del leone la fa il percorso per il rinnovo delle concessioni minerarie a Enel green power, che attualmente gestisce l’intero parco geotermoelettrico toscano (e nazionale), coltivando serbatoi geotermici ad alta entalpia attraverso tecnologie a ciclo aperto; Egp ha già presentato un piano industriale nel merito, ed è in piedi un ampio gruppo interistituzionale per valutarlo.

Nel frattempo il Governo Meloni, con 1.800 giorni di ritardo, ha pubblicato l’atteso decreto Fer2 per incentivare la produzione di energia elettrica da “fonti innovative”, tra le quali è stata posta anche la geotermia; in parallelo anche la Regione Toscana ha rimescolato le carte in tavola, col presidente Eugenio Giani a prendere direttamente in carico le competenze in materia di geotermia e passando la regia dalla direzione Ambiente a quella Competitività territoriale guidata da Paolo Tedeschi.

Ora però occorre accelerare. «Dal Piano ambientale energetico regionale (Paer) della Regione Toscana del 2015 – ricorda oggi l’Unione geotermica nazionale (Ugi) con una nota stampa – risultava che,per raggiungere l’obiettivo previsto al 2020, relativamente alla produzione di energia da fonte geotermica, mancavano ben 70 MWe. Tale gap non solo non è mai stato colmato ma la produzione di energia geotermoelettrica è passata da 6200 MWh del 2017 ai 5800 del 2022 (fonte Pniec 2024). Infatti l’ultimo impianto geotermico entrato in esercizio risale ormai al 2014 (Bagnore 4)».

Eppure «a partire dal novembre 2023 sono stati diversi i progetti di sviluppo geotermico (per circa 340 GWe annui previsti) che hanno visto ulteriori e difficilmente comprensibili impatti burocratici», tutti impianti con tecnologia binaria per una potenza installabile pari a circa 40 MW.

«Lo scorso mese di agosto 2024 l’Ugi – continuano dall’Unione – ha nuovamente richiesto alla Regione Toscana chiarimenti relativamente al piano di sviluppo geotermico regionale e al raggiungimento degli obiettivi prefissati per la produzione di energia da fonte geotermica. Pertanto auspichiamo che la Regione, per conto del suo presidente, in quanto competente in materia geotermia, possa accogliere le nostre richieste e indire in tempi brevi un incontro per intavolare insieme ad Ugi una discussione tecnico operativa sullo sviluppo geotermico».

Nel frattempo, a Volterra è previsto un importante momento di confronto informale (e pubblico) venerdì 20 settembre alle ore 15; promosso dal Lions club, tra gli altri vedrà intervenire numerosi sindaci dall’area geotermica tradizionale e dintorni – Volterra, Montecatini Val di Cecina, Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Lajatico, Terricciola –, il responsabile geotermia di Enel green power (Luca Rossini), il presidente di Rete geotermica (Fausto Batini), il presidente Ugi (Bruno Della Vedova), la dirigente CoSviG Loredana Torsello, le imprese del territorio (molte delle quali rappresentate da Riag) e numerose associazioni locali (Confapi Toscana, Confcommercio, Confesercenti, Legambiente).

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Redazione Greenreport

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