
Rischio da collasso arginale, al via il secondo webinar tecnico per Meno rischio in Toscana
Nell’ambito dell’iniziativa Meno rischio in Toscana. Nuove soluzioni contro alluvioni e frane, realizzata a cura della Regione – con la media partnership di greenreport – per avviare una riflessione collettiva su come proteggere il territorio di fronte a una crisi climatica che è già pienamente in corso, è in programma per il 3 aprile il secondo degli 8 webinar riservati a tecnici degli enti locali, ordini professionali e associazioni di categoria.
Il webinar è intitolato “Rischio da collasso arginale” e vede come docente Enio Paris, professore ordinario di Idraulica presso dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Firenze fino al 2021, e oggi professore emerito dell'Ateneo.
In due ore, dalle 14.30 alle 16.30, il webinar è pensato per affrontare un tema cruciale per il territorio: in Toscana, i sistemi arginali si estendono per oltre 2000 km e sono stati costruiti secoli fa: durante il loro ciclo di vita, gli argini hanno subito modifiche a causa di fattori antropici (es. riduzione della sezione utile) e naturali (es. cambiamenti climatici, attività animali, subsidenza, eventi sismici). La disomogeneità dei materiali, la presenza di discontinuità o corpi estranei e l’attività animale rendono difficile avere una conoscenza affidabile sulle condizioni degli argini.
Le mappe del rischio idraulico vengono solitamente redatte assumendo che gli argini non possano collassare, valutando solo il rischio di tracimazione. Questa ipotesi si è dimostrata errata, dato che gli eventi alluvionali degli ultimi 20 anni sono in gran parte causati dal cedimento delle opere arginali, soprattutto quelle in terra.
L'idea di un "argine non collassabile" induce una falsa percezione di sicurezza e una sottostima del rischio, influenzando negativamente la pianificazione urbanistica e la gestione del rischio.
Nel webinar verrà illustrato un nuovo approccio che prevede di rimuovere l’ipotesi di argine non collassabile e di introdurre l’ipotesi di "rottura equiprobabile", dato che non è attualmente possibile prevedere dove e quando un cedimento arginale possa verificarsi.
L'analisi si concentrerà sui danni potenziali derivanti da rotture arginali, valutando la probabilità di rotture in ogni sezione del corso d’acqua; l’obiettivo è individuare le rotture arginali più critiche, da sottoporre a interventi prioritari di consolidamento, manutenzione e monitoraggio e ridurre il rischio idraulico derivante dal collasso degli argini.
