Skip to main content

Comuni, Regione Toscana e scienziati a Piancastagnaio per fare il punto sullo sviluppo della geotermia

Giani: «Un volano per l’Amiata anche dal punto di vista occupazionale, a fronte di impianti che garantiranno i più elevati standard di sicurezza ambientale e compatibilità paesaggistica»
 |  Toscana

È stato un incontro molto partecipato quello messo in agenda dal Comune di Piancastagnaio, lo scorso venerdì al teatro Ricci Barbini, per il convegno Geotermia e opportunità di sviluppo locale: un’occasione preziosa di confronto pubblico sulle prospettive che si aprono adesso per lo sviluppo sostenibile dell’Amiata, grazie al rinnovo ventennale delle concessioni minerarie che sottendono la coltivazione della geotermia – accordato dalla Regione Toscana con la delibera 167 – all’attuale gestore Enel green power.

Tale accordo prevede nuovi investimenti da 3 miliardi di euro (che arrivano a 7,4 mld di euro contando anche costi d’esercizio e manutenzione ordinaria), comprensivi di 400 mln di euro in “compensazioni” ai territori interessati. Di questi, la metà è destinata al territorio amiatino.

Il convegno – moderato da Luca Aterini in qualità di caporedattore di greenreport – si è aperto coi saluti istituzionali del sindaco, Franco Capocchi, cui sono seguiti gli interventi di Adele Manzella (geofisica e primo ricercatore all’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr), Federico Balocchi (sindaco di Santa Fiora nonché delegato Anci Toscana per la geotermia), Letizia Marsili (professoressa ordinaria al dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente all’Università di Siena), Alessandro Sbrana (già professore ordinario al dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa), Roberto Parri (oggi membro dell'Unione geotermica italiana ed ex responsabile Esercizio impianti geotermici di Egp) e Riccardo Corsi (vicepresidente dell’Unione geotermica italiana), con le conclusioni affidate al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

Manzella ha tratteggiato una panoramica sulle politiche europee in fatto di geotermia, che puntano a un deciso sviluppo di questa fonte rinnovabile: un anno fa l’Europarlamento (con una maggioranza del 96%) chiedeva l’avvio di una nuova strategia europea a sostegno della geotermia, un approccio poi confermato a dicembre dai ministri dell’Energia degli Stati membri dell’Ue, riuniti nel Consiglio europeo.

Balocchi ha spaziato dalle politiche europee fino alle possibilità di sviluppo di progetti sull’Amiata, richiamando la sua recente visita istituzionale a Bruxelles incentrata sulle potenzialità del calore geotermico per la competitività delle aree interne e sui possibili sviluppi del teleriscaldamento.

Marsili ha approfondito gli studi sul monitoraggio ambientale nell’area amiatina e di Bagnore in particolare, condotte per indagare la presenza di inquinanti in tracce nella fauna e nella flora presente, confermando l’assenza di ricadute legate all’attività geotermoelettrica.

Sbrana ha spiegato perché è possibile considerare la geotermia una fonte rinnovabile a zero emissioni di CO2, dato che quelle provenienti dalle centrali sostituiscono il degassamento naturale dei suoli, come dimostrato dal progetto di ricerca Deep carbon.

Parri ha presentato la possibilità di usare il calore della geotermia, attualmente impiegato per alimentare – attraverso i cascami di vapore delle centrali – le locali reti di teleriscaldamento, anche a fini di raffrescamento.

Corsi ha infine richiamato l’urgenza di un Piano nazionale per la geotermia, un tema già esplorato su queste pagine anche dal presidente Ugi Bruno Della Vedova, e oggi di particolare rilievo dato che il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha confermato nei giorni scorsi che questa fonte rinnovabile rappresenta una «chiave di volta per i target europei di decarbonizzazione ma anche per lo sviluppo complessivo del Paese e una riduzione delle bollette per famiglie e imprese».

A chiusura dell’incontro, nonostante il punto sull’ampia sostenibilità della geotermia illustrato con dovizia di particolari dagli scienziati e dalle istituzioni presenti, alcune contestazioni sono arrivate dai comitati no geo storicamente presenti nell’area.

«La strada per la produzione di energia sempre più pulita in Toscana passa anche necessariamente dallo sviluppo della geotermia – ha concluso Giani, che ha posto il tema con chiarezza anche durante il Forum Energia di Legambiente Toscana in corso a Firenze in mattinata – una risorsa preziosa che fa della nostra regione un esempio non solo a livello nazionale per quanto riguarda le politiche di decarbonizzazione, ma anche mondiale. Tutto questo deve tradursi su base locale in ricadute di sostenibilità e sviluppo economico per i territori. In particolare per gli attuali 16 Comuni geotermici della Toscana sono previsti 30 milioni di euro all’anno per contributi sulla produzione energetica. Un volano anche per l’Amiata, anche dal punto di vista occupazionale a fronte di impianti che, condizione imprescindibile, garantiranno i più elevati standard di sicurezza ambientale e compatibilità paesaggistica».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.