Crisi climatica e infrastrutture carenti stanno uccidendo la laguna di Orbetello
La laguna di Orbetello, col suo paesaggio e biodiversità unici al mondo, sta soccombendo di fronte all’avanzata della crisi climatica che negli ultimi giorni – a partire dal 24-25 luglio – ha innalzato l’acqua a temperature record portando a un’ecatombe di pesci, divenuti adesso rifiuti da smaltire.
«Ho richiesto che il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dichiari lo stato di emergenza con la conseguente erogazione di fondi a sostegno delle operazioni di contenimento della crisi a carico del Comune – dichiara il sindaco di centrodestra, Andrea Casamenti – In questo momento molto complesso il Comune è l'unico Ente che sta sostenendo tutte le spese per tenere pulite le sponde e per smaltire le carcasse del pesce. Con la dichiarazione dello stato di emergenza regionale, la Regione può deliberare subito dei fondi per aiutare economicamente il Comune a sostenere le spese. Nel frattempo le attività di raccolta e smaltimento stanno andando avanti con regolarità».
Già venerdì il pesce morto raccolto, anche grazie agli sforzi della Protezione civile locale, ammontava a circa 130 kg. Ma l’emergenza prosegue.
«Allo sgrigliatore di Ansedonia la situazione è totalmente sotto controllo – cerca di rassicurare stamani il sindaco – Arriva sporadicamente qualche carcassa che viene smaltita. Intorno al centro abitato a dopo Neghelli le sponde sono pulite con una attività di controllo e raccolta continua. Siamo riusciti in poche ora dall'arrivo delle carcasse vicino il centro abitato qualche giorno fa a mettere in piedi una organizzazione di pulizia imponente con un gruppo di sette ditte che sta facendo uno straordinario lavoro e monitoraggio della Croce Rossa. Questo per garantire i cittadini e la normale vivibilità anche turistica. La parte più complessa e davvero difficile è quella verso le ex Bibite Corsi dove stanno attualmente pulendo e a Cameretta ed oltre dove puliranno nelle prossime ore».
Nel frattempo il Partito democratico (Pd) di Orbetello chiede le «immediate dimissioni» di Casamenti, mentre il deputato Pd Marco Simiani – promotore della proposta di legge per istituire il Consorzio laguna, attualmente è ferma al ministero in attesa di approvazione – ha effettuato un sopralluogo nell’area.
«È evidente come l'Amministrazione abbia deliberatamente sottovalutato il problema, apparentemente addirittura negandolo dinanzi alle segnalazioni dei cittadini – dichiara per il Pd di Orbetello Alessia Fronda – Il risultato, ormai, è sotto gli occhi di tutti e non v'è più nulla che si possa fare. Non c'è pesce da salvare, né ormai ha quasi più senso monitorare i livelli di ossigeno: i cianobatteri continueranno la loro opera di proliferazione nel regno di putrefazione che li circonda. Non è più tempo per la prevenzione: ormai si può solo pensare a come liberarci delle acque putride e delle tonnellate di pesce morto prima che la sua decomposizione produca ulteriori danni. Insomma, la morale della storia è: quando non sai che pesci prendere, preparati a prendere pesci morti».
Anche secondo Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana, ha spiegato all’Ansa che la «tragedia è annunciata ormai da tempo, per le cause che sono note a tutti. Il surriscaldamento delle acque lagunari, l'anossia provocata dall'alga valonia e i valori chimici fuori controllo stanno spazzando via tutto il pesce, sia quello da vendere subito che quello appena nato, destinato a rigenerare la fauna ittica in laguna. Ripetiamo da anni che si tratta di un evidente problema su cui intervenire alla fonte, perché riguarda le infrastrutture: adesso è diventato irrimandabile che le istituzioni preposte si attivino. Una volta compiuti gli interventi necessari sarà poi necessario istituire un organismo di gestione stabile della laguna».
Sotto questo profilo la proposta di legge relativa all’istituzione di un consorzio «può essere risolutiva» secondo Angelo Gentili di Legambiente, ma nel frattempo la laguna s’avvia ad una tragedia che sembra il copione di quella che ha già devastato l’area umida nel 2015.
«Che la situazione fosse grave era evidente. Ormai da giorni, i miasmi avvolgevano Orbetello e bastava un colpo d’occhio per capire che la situazione stava volgendo al peggio, proprio come accadde nell’estate del 2015, l’anno in cui morirono asfissiati oltre 200 tonnellate di pesci», ricorda nel merito Gentili, sottolineando che il collasso della laguna di Orbetello è dovuto in gran parte alla «crisi climatica che deve essere affrontata per tempo, stando alla larga da tardive iniziative tampone. Ripulire i canali e abbassare il fondale sono soluzioni che devono essere percorse nei tempi e nei modi giusti. Così come la gestione delle alghe che, oltre a poter essere rimosse dal fondale e destinate ad altri usi, possono essere addirittura riutilizzate in ottica di economia circolare. Altri due temi sono strategici: la movimentazione dell’acqua, da potenziare con apposite tecnologie, e una corretta gestione delle aperture, attraverso le quali consentire un pieno e costante scambio tra laguna e mare. Una nuova visione della laguna, compatibile con gli eventi climatici estremi a cui stiamo assistendo, deve essere contemplata in ogni decisione presente e futura allo scopo di mettere definitivamente da parte azioni straordinarie a favore di misure ordinarie».