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Nuovo sabotaggio nel Baltico? Tranciato un cavo sottomarino per le telecomunicazioni

La Svezia ha avviato un'indagine preliminare per accertare l’accaduto, disponendo l’invio sul posto di una motovedetta
 |  Trasporti e infrastrutture

Anche oggi la Guardia costiera svedese ha il suo bel da fare: infatti, sta verificando quello che per ora resta un sospetto, dopo che un cavo sottomarino per le telecomunicazioni è tranciato (sebbene sia ancora funzionante) nel Mar Baltico, al largo dell'isola di Gotland.

Da un comunicato della stessa Guardia costiera apprendiamo che “questo cavo collega la Finlandia alla Germania”. L’Autorità giudiziaria svedese ha aperto un'indagine preliminare per accertare l’accaduto, disponendo l’invio sul posto di una motovedetta per supportare l'indagine.

Abbiamo potuto constatare nel corso degli ultimi mesi che la tensione nell’area baltica tende sempre a salire. Appena pochi giorni fa era stato ipotizzato un sabotaggio ad apparecchiature della difesa collocate in Germania. A pagarne le conseguenze, un cacciamine, progettato per l'individuazione e la distruzione di mine marine, per conto della Marina Militare tedesca.

Al momento le autorità non hanno fornito ulteriori dettagli ma secondo lo “Der Spiegel” l'incidente risale all'anno scorso, quando durante una sosta della nave in un cantiere navale di Rostock sono stati rinvenuti diversi cavi recisi; escludendo un tentativo di furto, resta forte l'ipotesi del sabotaggio. Casi del genere, purtroppo, sono in costante aumento e riguardano proprio le operazioni nel Mar del Nord o Baltico.

Nel nostro Mediterraneo non si contano più i casi di presunti sabotaggi che si sono susseguiti negli ultimi mesi, a partire dalla nave russa Ursa Major, affondata nel Mar d’Alboran in seguito ad un’esplosione, per a finire cronologicamente all’ultima esplosione verificatasi sullo scafo della petroliera Seajewel, battente bandiera maltese, i cui contorni e le modalità con le quali si è provocata l’esplosione stessa nonché le relative conseguenze, lasciano poco spazio a non poter affermare che si tratta di un’operazione di sabotaggio vera e propria.

Questa pericolosa continua inusuale escalation comporta gravissimi rischi per l’ambiente: finora soltanto la fortuna ha fatto sì che non si producessero pesanti ricadute per l’ambiente marino, senza poi contare gli effetti negativi sull’economia marittima che tutto ciò potrebbe comportare.

I mari e i porti europei (e non solo) son diventati teatri in cui agiscono, quasi indisturbati, una moltitudine di agenti stranieri, spie, sabotatori e avventurieri di vario genere, il cui scopo principale è quello di per far salire la tensione e la preoccupazione tra la gente, spostando sempre più in alto l’asticella dell’insicurezza che avvertiamo ormai tutti i giorni.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).