Skip to main content

Il Governo ha siglato una Dichiarazione congiunta con la casa automobilistica

Auto elettriche, la Spagna si allea con Seat: investimenti da 10 miliardi di euro e nuovi posti di lavoro

Hereu: «Siamo di fronte a una trasformazione dell'industria e della mobilità storica, la collaborazione pubblico-privato è più che mai necessaria»
 |  Trasporti e infrastrutture

Mentre l’Italia è il rassegnato fanalino di coda tra i principali mercati Ue per quanto riguarda la quota di mercato delle auto elettriche (4,2%), nella Spagna campionessa delle fonti rinnovabili hanno deciso di dare una scossa al languente mercato della filiera automotive (che parte da una quota non molto più alta, 5,8%) avviando una nuova fase di politiche industriali.

A Barcellona si sono riuniti nei giorni scorsi il ministro dell'Industria Jordi Hereu, il presidente della Catalogna Salvador Illa, il presidente della Comunità valenciana Carlos Mazón, la presidente della Navarra María Chivite e il presidente della casa automobilistica spagnola per eccellenza – Seat, anche se oggi è a controllo Volkswagen – Wayne Griffiths.

«Siamo di fronte a una trasformazione dell'industria e della mobilità storica, di enormi dimensioni – ha sottolineato Hereu – e per questo motivo la collaborazione pubblico-privato è più che mai necessaria per continuare ad avanzare verso trasporti più efficienti».

Nel corso dell’appuntamento è stata firmata la “Dichiarazione di Casa Seat per la promozione della mobilità elettrica in Spagna”, in cui è compreso l’impegno a sviluppare nuovi strumenti per incentivare l’acquisto di auto elettriche, nonché la necessità di adottare misure che consentano di dare maggiore slancio e ritmo all’infrastruttura per le ricariche, semplificando le procedure, sviluppando e implementando la segnaletica sulla rete stradale, e creando una piattaforma digitale unica e che consenta agli utenti l'accesso a uno qualsiasi dei punti di ricarica, indipendentemente dall’operatore.

Un contesto che favorisce anche gli investimenti stranieri, dato che la stessa Stellantis ha appena annunciato la creazione di una nuova piattaforma per veicoli elettrici in Spagna.

«A marzo 2021 abbiamo promesso di elettrificare la nostra azienda e di mettere la Spagna su ruote elettriche. Da allora abbiamo lavorato duramente per far sì che questo obiettivo diventasse realtà. Tuttavia, il mercato non decolla – ha riconosciuto Griffiths – quest'anno il 25% dei veicoli venduti in Europa dovrebbe essere al 100% elettrico e siamo solo a metà strada. In Spagna siamo molto più indietro, superiamo appena il 5% e non c’è alcun segno di miglioramento. Con questa dichiarazione, il Governo spagnolo e le Comunità con governi di diverso colore politico stanno trasmettendo un messaggio molto positivo a tutto il Paese e all’Europa: che la Spagna e l’Europa siano punti di riferimento per la mobilità sostenibile del futuro».

Seguendo l'obiettivo europeo di vendere solo veicoli a zero emissioni nel 2035, la Dichiarazione rafforza il ruolo di Seat come principale promotore dei veicoli elettrici nel Paese, e a sua volta l’azienda si impegna a recuperare il tempo perduto.

In particolare, Seat col gruppo Volkswagen si impegna a investire «10 miliardi di euro per trasformare la Spagna in un polo dell'elettromobilità in Europa. Questa iniziativa nazionale garantisce la produzione di quattro modelli di veicoli elettrici urbani negli stabilimenti di Martorell e Landaben a partire dal 2026. Per la loro fabbricazione saranno utilizzate batterie prodotte a Sagunto e oltre il 70% dei componenti è assegnato a più di 100 fornitori in Spagna. Questo progetto – conclude la casa automobilistica – ha un impatto diretto su oltre 145.000 posti di lavoro, garantendo le posizioni attuali e creando nuovi posti di lavoro in Catalogna, Navarra, Comunità Valenciana e altre otto Comunità autonome, in un esempio di come le aziende di tutti i settori e dimensioni siano in grado di unire le forze per promuovere il veicolo elettrico».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.