Altro che nuovo Codice della strada, sono le Città 30 a far calare la mortalità
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, parla con entusiasmo di una presunta riduzione del 25% della mortalità stradale a due sole settimane dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada. Una dichiarazione che appare però fuorviante ed imprecisa – oltre che statisticamente irrilevante, visto il brevissimo periodo considerato – in quanto i dati, riportati dal Ministro come generali, si riferiscono solamente agli scontri mortali rilevati da Polizia Stradale e Carabinieri che rappresentano solamente il 34% degli incidenti con lesioni rilevati in Italia, in quanto il restante 66% viene rilevato dalle Polizie Municipali (fonte Istat 2023), come documenta il fact checking di Associazione sostenitori amici della polizia stradale (ASAPS) e Associazione Lorenzo Guarnieri onlus.
Nei 15 giorni successivi all’entrata in vigore delle modifiche al codice della strada sono morte sulle strade italiane almeno 111 persone, più del doppio delle 50 dichiarate dal Ministro. La mortalità nello stesso periodo di 15 giorni rilevata da dati pubblici da ASAPS nel 2023 risultava essere di 110 persone mostrando quindi una stabilità rispetto al 2023 e non una riduzione del 25%.
«È inaccettabile che un Ministro della Repubblica utilizzi dati sommari e incompleti per sostenere la propria propaganda politica, a scapito delle cittadine e dei cittadini che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma delle morti sulla strada – commenta Annalisa Corrado, nella Segreteria Nazionale del PD ed Eurodeputata del gruppo S&D – Ed è ancora più grave invocare la lesa maestà, arrivando a minacciare azioni legali contro persone impegnate con generosità per la tutela della vita umana sulla strada, quando queste autorevolissime associazioni intervengono per mostrare la verità”, aggiunge.
Corrado plaude quindi all’iniziativa di Andrea Casu, deputato del PD, che ha subito presentato un’interpellanza parlamentare sulla questione, firmata con i colleghi di partito Anthony Barbagallo, Ouidad Bakkali, Valentina Ghio e Roberto Morassut.
Le associazioni dei familiari delle vittime, che tanto spesso Salvini si fregia di aver coinvolto nella stesura del Codice, sono le stesse che lo hanno ribattezzato ‘Codice della Strage’ – aggiunge Corrado – Sentite ma mai ascoltate dal Ministro, visto che nessuna delle loro richieste è stata accolta nella riforma, chiedono oggi a gran voce, tra le altre cose, un nuovo modello di mobilità sostenibile e sicurezza stradale per le nostre città: un modello come quello delle Città 30, i cui numeri a Bologna parlano chiaro, e che il Codice di Salvini ostacola in ogni modo».
Bologna Città 30 ha migliorato in maniera decisa la sicurezza stradale della città: con quasi l’11% di incidenti registrati in meno, e con più del 33% in meno di persone decedute negli stessi, ha impattato positivamente anche sul contesto ambientale cittadino, favorendo la mobilità collettiva e quella sostenibile, incidendo anche sul livello delle emissioni, con -23% di inquinamento da traffico locale.