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Dall’Egec un manifesto in vista delle elezioni

Rinnovabili, ecco cosa può offrire la geotermia all’Europa entro il 2040

«Con la giusta visibilità politica e quadri normativi, diventerà il fondamento di una transizione energetica economica, locale, inclusiva e rapida»
 |  Nuove energie

In vista delle elezioni del prossimo 8 e 9 giugno, dalle quali passa buona parte dei destini del Green deal, il Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec) ha elaborato un manifesto per spiegare le ragioni che sostengono lo sviluppo della fonte rinnovabile che riposa sotto ai nostri piedi.

«Con la giusta visibilità politica e quadri normativi, la geotermia – assicura l’Egec – diventerà il fondamento di una transizione energetica economica, locale, inclusiva e rapida».

Qualche esempio? Entro il 2040 – anno in cui l’Ue dovrebbe ridurre di almeno il 90% le proprie emissioni rispetto al 1990, per contenere efficacemente la crisi climatica – la geotermia può coprire il 75% del fabbisogno di riscaldamento e raffreddamento dell’Ue negli edifici residenziali, pubblici e commerciali; il 65% della domanda di riscaldamento e raffreddamento del settore agroalimentare; il 15% della produzione elettrica abbinata a servizi di stabilità e flessibilità; il 25% del calore prodotto dai processi industriali entro i 200°C (la metà delle emissioni dei processi industriali dell'Ue provengono da usi inferiori a 200 gradi); il 10% della domanda di litio e altre materie prime.

«L'energia geotermica è “Made in Europe”, non dipende dalle forniture di carburante o dalle tecnologie di altri Paesi – continua l’Egec – È disponibile tutto l'anno e libera dai vincoli del meteo o dell'ora del giorno. Fornisce stabilità e certezza in tempi di instabilità e incertezza, protegge la nostra prosperità».

Anche l’attuale Europarlamento sembra della stessa idea, dato che nel gennaio di quest’anno il 96% dell’Aula ha votato per chiedere una strategia europea a sostegno della geotermia, e che il RePowerEu mira a triplicare la potenza installata entro il 2030.

Un percorso in cui anche l’Italia, e in particolare la Toscana – dove si concentrano ad oggi tutte le centrali geotermoelettriche attive nel Paese – possono ritagliarsi un ruolo da protagonista.

La Regione punta a raddoppiare la produzione di energia da geotermia, e ha l’opportunità di avviare questo percorso entro il 30 giugno: per allora, infatti, l’attuale gestore delle centrali (Enel green power) è chiamato a proporre un piano d’investimenti che può valere un rinnovo ventennale delle concessioni minerarie che sottendono la coltivazione della geotermia.

Redazione Greenreport

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