
L’incertezza normativa sta rallentando lo sviluppo degli impianti rinnovabili in Italia

Il 2024 è stato un anno molto movimentato dal punto di vista normativo. L’incertezza causata da diversi provvedimenti ha rallentato alcune dinamiche dei mercati. Innanzitutto, i decreti che hanno sancito la fine del Superbonus e, soprattutto, della cessione del credito hanno contribuito al rallentamento del segmento del fotovoltaico residenziale, il quale potrebbe subire un ulteriore impatto negativo con la fine dello “scambio sul posto” deliberata da ARERA per il 29 settembre 2025. Vi erano, inoltre, aspettative superiori sulla diffusione delle configurazioni previste dal decreto CACER, completato di fatto ad aprile 2024, e al suo contributo per la ripresa del mercato residenziale. Positiva la proroga della deadline per la presentazione delle domande per l’accesso alla misura PNRR, ma non sufficiente: sono necessari altri interventi sulla disciplina per accrescere la diffusione delle CACER come, ad esempio, l’estensione a comuni con più di 5mila abitanti, prevedere una distinzione per i massimali di sistemi di accumulo ed impianti eolici, intervenire sulla deadline per la connessione degli impianti di giugno 2026, prevedere delle premialità legate all’utilizzo di strumenti digitali negli schemi per migliorarne la gestione.
Il DL Agricoltura (63/2024) ha introdotto un divieto di impiego delle aree agricole per il fotovoltaico ad eccezione delle iniziative PNRR, salvaguardando però i progetti con iter autorizzativo in corso. Il principale fattore di incertezza è rappresentato dal DM Aree Idonee e dalle Leggi Regionali per il suo recepimento. In particolare, poiché il decreto non tutela le aree idonee ex lege (quelle previste dal DLgs 199/2021), tutti i progetti già avviati - inclusi quelli già in iter autorizzativo – potrebbero essere a rischio nel caso in cui le Regioni ne modificassero la definizione. Ad oggi solo un paio di Regioni hanno provveduto a normare le aree idonee poiché in attesa della sentenza del TAR Lazio sul ricorso presentato da alcuni operatori. Parallelamente, il governo ha impugnato la legge delle aree idonee della Regione Sardegna per ben due volte e il procedimento è in itinere. Dai tavoli tecnici ci si è spostati su quelli legali, non riuscendo a risolvere il problema.
Sono stati, finalmente, pubblicati il DM FER 2 per le tecnologie innovative come quelle offshore con un contingente di 3,8 GW dedicate all’eolico ed il DM FER X Transitorio per le tecnologie mature con contingenti di 10 e 4 GW, rispettivamente dedicati a fotovoltaico ed eolico onshore, ma si è in attesa che vengano indette le aste e che ARERA pubblichi le tariffe di incentivazione per le taglie < 1 MW. Positivi i risultati dei bandi PNRR nel settore agricolo relativi sia all’Agrisolare sia all’Agrivoltaico, che però potrebbero essere compromessi se le normative regionali in materie di aree idonee risultassero troppo penalizzanti, come ad es. la legge della Regione Sardegna.
Il settore C&I ha subito inizialmente un brusco rallentamento a causa delle disposizioni contenute nel Piano Transizione 5.0, misura emanata con forte ritardo e che, in realtà, risulta essere molto articolata e con tempistiche implementative molto stringenti.
I prezzi dell’elettricità sono una spinta agli investimenti per beneficiare sia dell’autoconsumo sia per evitare l’esposizione alla volatilità dei prezzi sottoscrivendo contratti di medio/lungo termine, come dimostra l’esito dell’asta Electricity Release con una richiesta di 70 TWh dalle oltre 3.000 imprese italiane elettrivore. Bisognerà vedere se il numero di progetti FER autorizzati crescerà; viceversa le imprese manifatturiere incontreranno difficoltà nel trovare progetti la cui produzione è necessaria a rifondere il GSE per l’anticipazione economica che otterranno.
Passando alle due norme che mirano a migliorare gli iter autorizzativi - il D.Lgs. Testo Unico FER ed il DL Ambiente - si evidenzia che il primo sta creando non pochi problemi nella gestione del transitorio, dato che la normativa previgente non è percorribile laddove la competenza è passata dallo Stato alle Regioni che hanno 180 giorni di tempo per recepire le disposizioni del decreto legislativo; di contro il secondo non ha risolto le difficoltà col Ministero della Cultura, spesso silente sui provvedimenti di VIA.
Da ultimo uno sguardo alle misure che intendono agevolare la produzione di tecnologie green su suolo europeo. Si è già detto delle difficoltà che sta incontrando il Piano Transizione 5.0 che promuove moduli Made in Europe; analogamente anche il fondo da 1,7 miliardi di euro destinato alla manifattura delle tecnologie green, tra cui fotovoltaico ed eolico, non sta registrando grandi consensi. L’attesa è tutta rivolta all’implementazione europea del Net Zero Industry Act tuttora in corso.
Nonostante le incertezze legislative che continuano a pesare sugli investimenti, il settore si conferma strategico per la sicurezza energetica e la competitività del Paese.
di Anie Rinnovabili
