Skip to main content

La Sardegna dice no alle fonti rinnovabili, ma sì a due nuovi rigassificatori

In base all’accordo siglato col Governo, le unità galleggianti Fsru troveranno posto a Porto Torres e Oristano
 |  Nuove energie

Il ministero dell’Ambiente e la Regione Sardegna hanno raggiunto un accordo sul piano di approvvigionamento energetico dell’isola: a dare la notizia è però il ministero delle Imprese, nell’ambito del tavolo di confronto svoltosi ieri per la vertenza Eurallumina.

Secondo il ministro Urso questo accordo «è un passo decisivo che ci consente di andare avanti nella soluzione della vertenza Euroallumina e di gestire il rilancio industriale dell'area del Sulcis, siamo sulla strada giusta. L'intesa, infatti, è un elemento fondamentale per garantire una fornitura energetica stabile alle imprese».

I dettagli dell’accordo saranno inclusi nel nuovo Dpcm che costituirà la base per le attività di ripartenza dell'azienda, ma nel frattempo il ministero anticipa che l’intesa prevede l'installazione di due rigassificatori galleggianti (Fsru), uno a Porto Torres e l’altro a Oristano; proprio quest’ultimo avrà il compito di rifornire il sud Sardegna tramite una dorsale di distribuzione, con «un impatto significativo sul polo industriale del Sulcis e, in particolare, per Eurallumina».

Il tutto quando i dati messi in fila a inizio anno dall’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa) mostrano che la domanda di gas in Europa è ai minimi da 11 anni e l’import di Gnl è calato del 19% nel 2024, mentre in Italia – sebbene il Paese sia tra quelli più legati d’Europa al metano fossile – la domanda di gas è scesa del 19% dal 2021 e l’import di Gnl sia sceso del 12% nell’ultimo anno (dopo essere cresciuto del 73% dal 2021 al 2023).

Anziché portare avanti la transizione ecologica, la Sardegna sceglie dunque di legarsi ancora di più al passato delle energie fossili. Si tratta, infatti, della stessa Regione che ha reso inidoneo agli impianti rinnovabili il 99% del proprio territorio – bloccando investimenti stimati sull’isola per 8-12 miliardi di euro al 2030 – per “difendere” il proprio territorio insieme alle attività economiche tradizionali, mentre la siccità in corso su parte dell’isola causata dalla crisi climatica in corso continua a fare terra bruciata di paesaggio, turismo e agricoltura. Ad alimentarla ci saranno presto altri due rigassificatori, con le relative emissioni di CO2eq legate all’uso del combustibile fossile.

sardegna mimit rigassificatori

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.