L’hub del gas italiano avrà vita breve: l’Ue punta su rinnovabili e idrogeno
Secondo il consiglio europeo, con l’approvazione delle norme aggiornate della riforma del mercato elettrico «i consumatori di tutta l’Ue potranno ora beneficiare di prezzi energetici più stabili, di una minore dipendenza dal prezzo dei combustibili fossili e di una migliore protezione dalle crisi future, nel cammino verso un’Unione europea carbon-free».
Tinne Van der Straeten di Ecolo e ministra belga dell'energia ha detto che il voto «segna una tappa fondamentale per l’Ue verso un futuro più verde e senza emissioni di carbonio per tutti. Con l’adozione della riforma del mercato elettrico, stiamo dando più potere ai consumatori, garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento e aprendo la strada a un mercato dell’energia più stabile, prevedibile e sostenibile».
Le norme aggiornate promuovono l'adozione e riducono la burocrazia e gli oneri inutili per gli accordi di acquisto di energia (Power purchase agreements - Ppa), contratti a lungo termine garantiscono stabilità a clienti e investitori. In linea con i loro piani di decarbonizzazione, gli Stati membri possono sostenere ulteriormente gli investimenti nelle energie rinnovabili nell’ambito di accordi di acquisto di energia, anche attraverso la creazione di sistemi di garanzia.
Inoltre, gli Stati membri utilizzeranno anche contratti per differenza bidirezionali (two-way contracts for difference - CfD), o schemi equivalenti con gli stessi effetti, per i loro regimi di sostegno diretto dei prezzi, per sostenere nuovi investimenti nella produzione di energia elettrica e garantire che i prezzi dell’elettricità siano meno influenzati dalla volatilità dei prezzi dei mercati basati sui combustibili fossili. Nell’ambito di un Cfd con un ente pubblico, i produttori di energia sarebbero protetti con una remunerazione minima mentre si dovrebbe garantire che operino e partecipino in modo efficiente ai mercati dell’elettricità e reagiscano alle circostanze del mercato.
Il Consiglio europeo spiega che «nei periodi di prezzi elevati, dovrebbero rimborsare i ricavi in eccesso, che potranno poi essere distribuiti ai clienti finali (evitando distorsioni della concorrenza e degli scambi nel mercato interno), essere investiti per ridurre i costi dell'elettricità per i clienti finali o utilizzati per sviluppare la rete di distribuzione». I Cfd possono essere applicati agli investimenti in nuovi impianti di produzione di energia basati sull’energia eolica, solare, geotermica, idroelettrica senza invaso e nucleare.
Le nuove norme attribuiscono al Consiglio europeo il potere di dichiarare una crisi, sulla base di una proposta della Commissione, in caso di prezzi molto elevati nei mercati all'ingrosso dell'elettricità, o se si verifica un forte aumento dei prezzi al dettaglio dell'elettricità. Le azioni che gli Stati membri devono intraprendere in caso di crisi elettrica dichiarata includono misure già esistenti secondo le attuali norme dell’Ue, come un’ulteriore riduzione dei prezzi dell’elettricità per i clienti vulnerabili e svantaggiati. Gli Stati membri dovrebbero inoltre prevenire qualsiasi distorsione indebita del mercato interno dell’elettricità, anche garantendo condizioni di parità per i fornitori durante il periodo di crisi.
Il Consiglio evidenzia che «gli Stati membri rafforzeranno le loro misure per proteggere i clienti vulnerabili e in povertà energetica, compreso il divieto di disconnessioni. La riforma incoraggia inoltre ulteriormente i programmi di condivisione dell’energia, a complemento delle disposizioni esistenti sulle comunità di energia rinnovabile e sulle comunità energetiche dei cittadini. Sulla strada verso un sistema carbon-free, i cosiddetti meccanismi di capacità – misure introdotte dagli Stati membri per affrontare i problemi di adeguatezza della capacità – diventeranno un elemento più strutturale del mercato elettrico e non saranno più misure temporanee. Questo migliorerà la sicurezza dell’approvvigionamento e aumenterà la flessibilità, poiché la quota di energie rinnovabili aumenterà gradualmente».
Il Consiglio europeo ha anche adottato un regolamento e una direttiva che stabiliscono norme comuni sul mercato interno per i gas naturali e rinnovabili e l’idrogeno e riformano l’attuale legislazione Ue sul gas e assicura che «Le nuove norme contribuiranno al passaggio ai gas rinnovabili e low-carbon, in particolare all’idrogeno, nel sistema energetico, con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Ue. Il pacchetto gas stabilisce regole solide per l’organizzazione del mercato del gas naturale e stabilisce un quadro solido per lo sviluppo del futuro mercato dell’idrogeno, comprese le infrastrutture dedicate all’idrogeno. Contiene norme specifiche per il trasporto, la fornitura e lo stoccaggio di gas naturale e idrogeno. Le nuove regole richiedono una pianificazione della rete integrata e trasparente in tutta l’Ue, secondo il principio “l’efficienza energetica innanzitutto” e con un approccio lungimirante. Gli operatori delle reti del gas e dell’idrogeno prepareranno un piano decennale di sviluppo della rete dell’Ue. Questo testo apre inoltre la strada ad una piattaforma permanente di aggregazione della domanda».
E per l’hub del gas italiano alla base del Piano Mattei meloniano - e ancora tutto da costruire - si annuncia vita breve: «Per garantire l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, a partire dal 2049 non verranno più stipulati contratti a lungo termine per il gas fossile. Le nuove norme promuovono la penetrazione del gas rinnovabile e del gas low-carbon, in particolare dell’idrogeno nelle regioni ad elevata intensità di carbone e carbonio. Gli Stati membri forniranno sconti tariffari e incentivi, al fine di facilitare la loro integrazione di mercato e di sistema, in particolare per il nascente mercato dell’idrogeno, e garantire così una transizione giusta. Verrà inoltre istituito un meccanismo volontario per sostenere il mercato dell’idrogeno per cinque anni».
E a chi, come il ministro Salvini, dice che le normative green sono una follia che colpisce le categorie più deboli, i ministri europei ribattono che «i clienti vulnerabili e quelli colpiti dalla povertà energetica saranno tutelati meglio grazie alle nuove norme adottate, che prevedono un focus sulle aree remote. Le misure degli Stati membri includono la protezione dalle interruzioni e la nomina di fornitori di ultima istanza per garantire la continuità della fornitura».