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Per Arera costa troppo spostare il rigassificatore di Piombino, ReCommon: «Snam deve liberarsi della nave»

«Di fatto blocca l’ipotesi del rigassificatore a Vado, ma ad oggi il destino della nave rimane nelle mani del governo Meloni»
 |  Nuove energie

L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ritiene che costi troppo spostare il rigassificatore oggi ormeggiato nel porto di Piombino, che dovrebbe però essere spostato entro fine 2026, anche se ancora non è chiaro dove: l’ipotesi iniziale di Vado Ligure, infatti, è sempre più avversata dalla Regione Liguria.

Per questo l’associazione ReCommon sottolinea oggi che la decisione di Arera «rappresenta sì una vittoria, poiché di fatto blocca l’ipotesi del rigassificatore a Vado, ma ad oggi il destino della nave rimane nelle mani del governo Meloni. È fondamentale sottolineare che la Fsru non è necessaria né a Vado, né a Piombino e né altrove. Snam deve liberarsi della nave senza cercare nuove soluzioni per mantenerla operativa».

Sta dunque esplodendo la contraddizione che risale al marzo 2022, quando l’allora ministro Cingolani dichiarava che i rigassificatori galleggianti «hanno il vantaggio che possono essere utilizzati finché servono e tolti in qualsiasi momento», informando di aver dato mandato ad acquistarne uno e noleggiarne un secondo.

In realtà entrambi le navi rigassificatrici sono state acquistate (destinandole a Piombino e Ravenna) e adesso l’aspettativa è di tenerle in attività per almeno un quarto di secolo. Del resto il tema della sicurezza energetica tramite Gnl appare già oggi marginale, tant’è che già all’edizione 2023 dell’Italian Lng summit la parola d’ordine era “sovraccapacità”. E i nuovi dati messi in fil dall’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa) lo mostrano oggi chiaramente: la domanda di gas in Europa è ai minimi da 11 anni e  l’import di Gnl è calato del 19% nell’ultimo anno, mentre in Italia – sebbene il Paese sia tra quelli più legati d’Europa al metano fossile – la domanda di gas è scesa del 19% dal 2021 e l’import di Gnl sia sceso del 12% nell’ultimo anno (dopo essere cresciuto del 73% dal 2021 al 2023).

Redazione Greenreport

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