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Prevede un aumento a regime di 290€ sui minimi, oltre a risorse per produttività e welfare

Settore elettrico, è stato rinnovato al 2027 il contratto nazionale per 60mila lavoratori

Siglato ieri l’accordo tra Cigl, Cisl, Uil, Elettricità Futura, Utilitalia, Enel, Gse, Sogin, Terna, Energia libera
 |  Nuove energie

Al termine di una breve trattativa – apertasi ufficialmente il 21 gennaio scorso – è stato sottoscritto ieri in Confindustria l’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori elettrici per il triennio 2025-27, che coinvolge circa 60 mila addetti in quasi 130 aziende.

L’intesa è stata firmata dalle parti datoriali Elettricità Futura, Utilitalia, Enel, GSE, Sogin, Terna, Energia Libera e i sindacati di categoria Filctem CGIL, Flaei CISL, Uiltec UIL: la prima tranche degli aumenti concordati scatterà con decorrenza aprile 2025, previa approvazione dell’ipotesi di accordo da parte delle assemblee dei lavoratori che si terranno nelle prossime settimane.

Sul piano economico, tenuto conto delle previsioni IPCA per il triennio 2025-2027 ed anche dell’eccezionale picco inflattivo registrato nel precedente triennio, l’accordo prevede un aumento a regime di 290€ sui minimi, oltre ad un aumento delle risorse destinate a livello di settore ad incentivare la produttività (15€ legati al raggiungimento di obiettivi di efficienza, efficacia e qualità del servizio) e al welfare (7€ fra previdenza complementare e sanità integrativa).
 
Sul piano normativo, è stato valorizzato il sistema di relazioni industriali, con il rafforzamento degli istituti bilaterali, estendendo le competenze a temi strategici quali l’intelligenza artificiale, la sostenibilità, le concessioni.

Sono state inoltre migliorate le previsioni contrattuali in materia di orario di lavoro, ferie, formazione, malattia, lavoratori disabili, congedi parentali e previdenza complementare. 
In particolare, sul tema orario di lavoro, è stata concordata la trasformazione di tre mezze giornate di libertà ore pomeridiane già riconosciute dal contratto nazionale in tre giornate intere di permesso.

Come elemento di attenzione verso i giovani neoassunti, in tema ferie, è stato anticipato dal sesto al terzo anno l’avvio della maturazione dei giorni aggiuntivi rispetto alla dotazione iniziale (20 giorni che arrivano gradualmente fino al massimo di 24 giorni).

È stato ulteriormente rafforzato il diritto alla formazione, con l’aumento delle ore dedicate, che passano dalle attuali 40 a 50 nel triennio. Confermato, infine, il metodo salariale di gestione degli scostamenti dell’inflazione a fine triennio, utilizzando lo stanziamento in produttività.

Redazione Greenreport

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