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Il sorpasso. A livello europeo il fotovoltaico genera più elettricità del carbone
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Per la prima volta nel 2024, come documenta l’ultimo report del think tank Ember, in Europa il fotovoltaico ha prodotto più elettricità del carbone. Nel 2024 nel vecchio continente è stata generata più elettricità grazie al sole (304 TWh, cioè l’11% della produzione elettrica europea) che bruciando carbone (269 TWh, 10%). La generazione elettrica europea da carbone si è ridotta di 50 TWh (miliardi di kWh) solamente negli ultimi 12 mesi (-16%), riduzione che è stata totalmente compensata dal +54 TWh di fotovoltaico.
I benefici sono stati rilevanti sotto il profilo ambientale quanto quello economico. Nel 2023 il carbone ha infatti generato il 41% delle emissioni mondiali di CO2 risultando il combustibile fossile più inquinante in assoluto; al contempo, negli ultimi 5 anni in Europa, la crescita di eolico e fotovoltaico hanno evitato l’import di 55 milioni di tonnellate di carbone per 6 miliardi di euro.
«Tutti i Paesi europei – spiegano da Italy for climate – hanno fissato una data per abbondonare questa fonte altamente inquinante, come riportato dal progetto beyond fossil fuels. Belgio, Austria, Svezia, Portogallo, e Regno Unito (che ha chiuso la sua ultima centrale a settembre 2024 in linea con gli impegni presi) hanno già escluso il carbone dal loro mix energetico, aggiungendosi a quei Paesi europei, come le repubbliche baltiche, che non lo hanno mai sfruttato. Germania (in cui il carbone copre ancora il 39% della produzione elettrica), Ungheria e Polonia (34% del mix elettrico) prevedono di completare il phase out per ultimi, rispettivamente nel 2038, nel 2040 e nel 2049. Il 2025 sarà l’anno della svolta per Spagna, Irlanda e Slovacchia, che abbandoneranno questa risorsa fossile per sempre.
Storicamente il carbone in Italia non ha mai svolto un ruolo di rilievo (non ha mai superato il 10% del mix energetico nazionale), ciononostante anche nel nostro Paese la generazione elettrica da carbone è in calo. Nel 2024 ha generato “solo” 3500 GWh di energia elettrica, cioè il 71% in meno rispetto all’anno precedente. Questa riduzione è in linea con l’impegno dell’Italia a dismettere le proprie centrali a carbone ancora attive nel 2025 (Brindisi, Civitavecchia, e Monfalcone), ad eccezione di quelle situate in Sardegna (Portovesme e Fiume Santo) che verranno chiuse definitivamente nel 2028. Mentre le centrali a carbone in Italia continentale hanno già una produzione prossima allo zero (e si discute della loro riconversione in centrali a gas e idrogeno), la dismissione di quelle in Sardegna passerà per alcuni importanti interventi infrastrutturali, come il completamento del Tyrrhenian Link, che consentirà gli scambi energetici tra Sicilia, Sardegna e il resto d’Italia».
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