È in Italia il nuovo rigassificatore destinato a Ravenna, mentre continua la corsa delle bollette
La nave rigassificatrice BW Singapore, acquistata un anno fa da Snam per 367 milioni di euro, ha appena raggiunto il cantiere navale Fincantieri di Palermo, dove si fermerà per poco più di un mese per operazioni di rifinitura tecnica: la prossima tappa sarà quella di Ravenna, dove dovrebbe entrare in funzione a inizio aprile.
«L’arrivo della nave in acque italiane è un ulteriore tassello della strategia di diversificazione delle forniture di gas avviata nel 2022, che ha consentito al Paese di affrontare con successo la crisi energetica derivante dal conflitto russo-ucraino, anche grazie al contributo del Gnl – dichiara Stefano Venier, amministratore delegato di Snam – Nei prossimi mesi completeremo tutte le attività finalizzate alla messa in esercizio della nave rigassificatrice a Ravenna, che rafforzerà ulteriormente la sicurezza energetica nazionale, a beneficio dei cittadini e delle imprese».
Il gas naturale liquefatto (Gnl) rappresenta attualmente circa il 25% del consumo totale di gas del Paese; con l’entrata in funzione della BW Singapore la capacità complessiva di rigassificazione italiana salirà a 28 miliardi di metri cubi, equivalente ai volumi importati via gasdotto dalla Russia nel 2021, prima del conflitto russo-ucraino.
In compenso, la corsa al rialzo delle bollette non si ferma: il think tank climatico Ecco stima che quest’inverno saranno più care del 20% rispetto all’anno record 2022, e del 68% più esose rispetto al periodo pre-Covid. E il problema di fondo è sempre lo stesso: la dipendenza del nostro Paese dal gas fossile.
Solo quest’anno l’Italia ha speso 20,6 miliardi di euro per l’import di metano fossile (cui se ne aggiungono altri 21,2 per il petrolio), un elemento che incide in modo indiretto anche sulle bollette elettriche, in quanto nella stragrande maggioranza delle ore il prezzo lo fa ancora il gas, data la scarsità d’impianti rinnovabili (negli ultimi 4 anni l’extra-costo in bolletta per le famiglie italiane rispetto a Spagna e Portogallo, dove invece le rinnovabili corrono, arriva a 74 miliardi di euro).
In questo quadro, la strategia di aumentare la capacità di rigassificazione ha già fatto il suo tempo. Una contraddizione che risale al marzo 2022, quando l’allora ministro Cingolani dichiarava che i rigassificatori galleggianti «hanno il vantaggio che possono essere utilizzati finché servono e tolti in qualsiasi momento», informando di aver dato mandato ad acquistarne uno e noleggiarne un secondo. In realtà entrambi le navi rigassificatrici sono state acquistate: la seconda è in arrivo a Ravenna, mentre quella oggi ormeggiata nel porto di Piombino non ha una destinazione certa per il prossimo futuro, perché la Regione Toscana ha imposto una deadline di massimo tre anni, mentre l’ipotesi di spostarla in Liguria sembra già sfumata per le contrarietà locali.
Anche il tema della sicurezza energetica tramite Gnl appare già oggi marginale, tant’è che già all’edizione 2023 dell’Italian Lng summit la parola d’ordine era “sovraccapacità”; le novità adesso sono che anche l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) vede a livello globale «un eccesso di fornitura di petrolio e gas naturale liquefatto (Gnl) che si profila nella seconda metà degli anni '20», mentre abbiamo scoperto che l’impronta carbonica del Gnl arriva ad essere il triplo rispetto a quella del carbone.