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Lo studio della Florida Atlantic University basato su 1.250 boe tracciate da satellite

Rinnovabili, le turbine marine possono essere 2,5 volte più redditizie delle pale eoliche

Le acque al largo della Florida e del Sudafrica hanno mostrato costantemente alte densità di potenza - superiori a 2.500 watt per metro quadrato - rendendole ideali per generare elettricità dalle correnti oceaniche
 |  Nuove energie
Fau.edu

La vicenda ha origine prima dell’era Trump 2.0, prima cioè che la Casa bianca tornasse a rilanciare i combustibili fossili e mettesse in ombra le rinnovabili. A ottobre 2024, per la precisione. In quella data si viene a sapere che il Southeast national marine renewable energy center della Florida Atlantic University ha ricevuto una sovvenzione di 800 mila dollari dall'Ufficio delle tecnologie dell'energia idriche del dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti per testare innovative tecnologie energetiche oceaniche e sfruttare il potere delle correnti oceaniche per generare energia pulita e rinnovabile al largo della costa del sud-est della Florida. L'obiettivo del progetto, spiegavano i tecnici che ci stavano lavorando, è migliorare la competitività Usa nella tecnologia energetica marina, incoraggiare la produzione nazionale e creare posti di lavoro contribuendo al contempo a raggiungere gli obiettivi energetici della nazione. I ricercatori sono partiti da un paio di semplici concetti. Il primo: gli oceani, che coprono oltre il 70% della superficie terrestre, offrono un vasto potenziale di energia pulita da risorse rinnovabili come le correnti oceaniche e le onde. Il secondo: lo sviluppo delle energie rinnovabili marine è ancora agli inizi rispetto all'energia eolica e solare. Da qui la sfida di identificare i luoghi più fattibili ed economicamente sostenibili per i progetti di energia da correnti oceaniche. Mentre molti studi si sono concentrati sulla valutazione regionale delle risorse energetiche da correnti oceaniche, finora è mancata una valutazione globale basata su dati reali. E su questo punto hanno deciso di intervenire.

Le elezioni statunitensi di novembre hanno riportato alla Casa bianca Donald Trump, con tutto quel che ne sta conseguendo, anche in termini di produzione energetica, ma quel progetto è andato avanti e i primi risultati sono più che positivi.

Utilizzando più di 30 anni di dati misurati dal Global drifter program della Noaa, lo studio della Florida Atlantic University sta fornendo la valutazione globale più completa dell'energia da correnti oceaniche. I ricercatori hanno esplorato il potenziale di cattura dell'energia cinetica delle correnti oceaniche, concentrandosi sulla stima della densità di potenza e sulla sua variazione nel tempo e nel luogo. Il Global drifter program comprende circa 1.250 boe tracciate da satellite che misurano le correnti oceaniche e le loro posizioni. Per questo studio, i ricercatori hanno utilizzato più di 43 milioni di punti dati da marzo 1988 a settembre 2021.

I risultati, pubblicati sulla rivista Renewable Energy, rivelano che le acque al largo della costa orientale della Florida e del Sudafrica hanno mostrato costantemente alte densità di potenza, rendendole ideali per generare elettricità dalle correnti oceaniche. In particolare, queste regioni hanno mostrato densità di potenza superiori a 2.500 watt per metro quadrato, un valore 2,5 volte più denso di energia rispetto a una risorsa eolica definita “eccellente”. Le acque relativamente basse - circa 300 metri di profondità - aumentano ulteriormente l'idoneità all'estrazione di energia con le turbine a corrente oceanica.

«Il nostro studio ha rivelato che circa il 75% delle aree ad alta densità di potenza, che coprono circa 490.000 chilometri quadrati di oceano, hanno livelli di energia compresi tra 500 e 1.000 watt per metro quadrato. Questo suggerisce che c'è un grande potenziale per la raccolta di energia dalle correnti oceaniche, soprattutto nelle regioni in cui le densità di potenza sono moderate ma significative per la produzione di energia sostenibile», ha dichiarato Mahsan Sadoughipour, Ph.D., primo autore e assistente di ricerca presso il College of Engineering and Computer Science della Florida Atlantic University.

Dall’indagine emerge che ll largo della costa sudorientale degli Stati Uniti, dalla Florida alla Carolina del Nord, e lungo le coste orientali e sudorientali dell'Africa (Somalia, Kenya, Tanzania, Sudafrica e Madagascar) si trovano densità di potenza elevate, superiori a 2.000 watt per metro quadro. Densità più basse si registrano nel Pacifico orientale (Giappone, Vietnam e Filippine), nel Sud America settentrionale (Brasile e Guyana francese) e sulla costa orientale dell'Australia.

Redazione Greenreport

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