Aree idonee alle rinnovabili, senza salvaguardia progetti in corso e direttive Ue le Regioni rischiano una valanga di ricorsi
Il Tar del Lazio ha anticipato (al prossimo 5 febbraio) la pronuncia contro il decreto Aree idonee agli impianti rinnovabili, elaborato dal Governo Meloni con la netta contrarietà delle principali associazioni ambientaliste nonché delle imprese della filiera elettrica nazionale.
«Visti i recenti pronunciamenti Tar degli ultimi anni tutto lascia pensare – commentano dall’associazione ambientalista Ecolobby – che i ricorsi saranno accolti in merito alla tutela dei progetti pregressi e in merito alla necessità che le Regioni debbano seguire criteri uniformi, in primis sulle aree non idonee, che devono essere circoscritte, residuali, e puntualmente giustificate».
Le associazioni confindustriali Elettricità futura e Federazione Anie, in particolare, chiedono da un lato che le aree idonee individuate ex lege dall’articolo 20 del D.Lgs. n. 199/2021 di attuazione della Direttiva (UE) 2018/2001 (“Direttiva RED II”) continuino ad essere considerate tali; al contempo, che le nuove disposizioni regionali non si applichino ai progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto (in coerenza con quanto fatto dal Governo con l’art. 5 del DL Agricoltura). In ogni caso, dovranno essere fatti salvi tutti i progetti, già in corso di autorizzazione, che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree idonee ex lege (art. 20 d.lgs. 199/2021).
In caso contrario, avvertono da Ecolobby, il rischio è che «anche le leggi regionali vengano a cascata invalidate e le regioni sommerse dai giusti ricorsi degli operatori. Questa notizia conferma la bontà e lungimiranza delle nostre prese di posizione presentate alla Regione Toscana col documento firmato insieme ad altri sedici gruppi ecologisti».