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Che fine ha fatto il deposito nucleare italiano? Scaduti anche i termini della Commissione Ue

Ferrante: «Ora l'Italia a rischio infrazione. I cittadini hanno diritto di vedere la Carta delle aree potenzialmente idonee»
 |  Nuove energie

Tempo scaduto: il governo tiri fuori la mappa dei possibili siti per il deposito nucleare che giace nei cassetti dei Ministeri competenti da mesi, altrimenti sarà inevitabile l’apertura anche di una procedura di infrazione da parte della  Commissione europea. Ieri infatti è scaduto il termine dato al governo italiano dalla Commissione, che attende inutilmente da agosto scorso il programma nazionale di gestione del combustibile nucleare irraggiato e dei rifiuti radioattivi, e i cittadini hanno il diritto di vedere la Cnapi (Carta delle aree potenzialmente idonee), che è stata già verificata dal punto di vista tecnico dall’Ispra. Il ministro Guidi non può più continuare a tenere all’oscuro i cittadini, occorre subito fare chiarezza.

La “melina” di Guidi e Galletti, ma anche del Presidente del Consiglio, ha evidenti motivazioni di calcolo elettoralistico, perché il governo non può pensare di scavalcare i prossimi appuntamenti col voto, facendo girare al buio la ‘roulette’ del deposito nucleare. Il nulla osta dei ministri competenti darà il via alla fase della consultazione pubblica, dunque occorre mettere rapidamente i territori in condizione di discutere su fatti concreti.

Peraltro a questo intollerabile ritardo  si aggiunge la perdita di tempo nel delineare il nuovo assetto della dirigenza di Sogin dopo le dimissioni dell’ad Casale. Palazzo Chigi si assuma le sue responsabilità, nomini chi deve nominare con un mandato chiaro: si faccia in fretta e con cura, e con la dovuta attenzione alla costruzione del consenso sul territorio, senza azzerare tutto e tornare alla casella di partenza. Abbiamo perso già sin troppo tempo.

di Francesco Ferrante, responsabile energia di Green Italia

Redazione Greenreport

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