A maggio dalle rinnovabili il 52,5% dell’elettricità italiana, è record. Ma pochi nuovi impianti
La società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, Terna, informa che a maggio il fabbisogno italiano è stato pari a 24,7 miliardi di kWh, con una crescita dell’1,9% rispetto a maggio 2023.
Allargando il campo d’osservazione ai primi cinque mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale risulta invece in crescita dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2023 (+0,2% il valore rettificato).
Lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’84,7% dalla produzione nazionale e per la quota restante (15,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 21,2 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 52,5% della domanda elettrica (era 42,3% a maggio 2023). Si tratta del valore su base mensile più alto di sempre.
In aumento la fonte idrica (+34,7%), fotovoltaica (+36,3%) ed eolica (+10,5%); l’incremento di produzione del fotovoltaico (+1.062 GWh) è dovuto all’effetto combinato dell’aumento di capacità in esercizio (+669 GWh) e del maggior irraggiamento (+393 GWh), mentre è in diminuzione la fonte geotermica (-4,3%)
In calo anche quella termica (-14,6%) ovvero da combustibili fossili, come diretta conseguenza della crescita delle rinnovabili; in particolare, nel mese di maggio, la produzione a carbone ha coperto circa l’1% della richiesta totale, e da inizio 2024 il contributo del carbone si mantiene inferiore al 2% del fabbisogno nazionale.
Pochi progressi, invece, sul fronte dell’installazione dei nuovi impianti necessari per produrre energia da fonti rinnovabili. A maggio il dato è in aumento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma si ferma comunque ad appena 3.015 MW.
Si tratta di una performance ancora molto distante rispetto al trend necessario alla decarbonizzazione: all’Italia servono circa +12 GW l’anno fino al 2030, mentre continuando con questo ritmo al termine del 2024 l’Italia avrà aggiunto solo 7,2 GW.