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Chi ha paura dell’Oasi Wwf di Lago Salso?

Continuano gli attacchi intimidatori. Danneggiata l’auto di un operatore del Centro Visite
 |  Natura e biodiversità

A quanto pare l’Oasi Lago Salso, che si estende  lungo la costa del Golfo di Manfredonia, una delle oasi naturalistiche più importanti del Parco Nazionale del Gargano, dà fastidio a qualcuno. Eppure il Centro Visite, con i suoi operatori e volontari, accoglie centinaia di visitatori e gruppi scolastici di ogni età.

L'Oasi si trova all'interno di un Sito d'Importanza Comunitaria nel Comune di Manfredonia (Fg) ed è anche una Zona di protezione Speciale. Con i suoi 1.040 ettari, fa parte di una delle zone umide più importanti dell'Italia meridionale: il sistema delle zone umide di Capitanata. Nell'Oasi si alternano canneti e specchi d'acqua che accolgono, sia nei mesi invernali che in quelli estivi, moltissime specie di uccelli.

Negli ultimi anni quest’oasi gestita dal Wwf è stata bersagliata da numerosi incendi dolosi, rimasti tutti impuniti, che hanno causato la distruzione di diverse strutture di osservazione per i turisti. Al Wwf spiegano che «L’ultimo atto intimidatorio è avvenuto domenica scorsa, nei confronti dell’auto di un operatore del centro visite a cui è stato infranto il lunotto posteriore. Evidentemente un’area sempre in primo piano nel campo della conservazione della natura in una posizione così ambita deve dare fastidio a qualcuno perché le intimidazioni vanno ormai avanti da diverso tempo».

Vincenzo Rizzi, Presidente del Centro Studi Naturalistici, l’associazione responsabile delle attività di ricerca e fruizione dell’Oasi, ricorda che «Già in passato abbiamo svolto insieme ai volontari attività di controllo segnalando alle forze dell’ordine bracconieri e altre attività illecite. Oggi evidentemente, grazie al presidio del Corpo Forestale richiesto ed ottenuto all'interno dell’Oasi, l’area protetta appare come luogo di frontiera, un baluardo per la conservazione della natura e a molti ciò dà fastidio, ma noi continueremo a lavorare per garantire la conservazione e la fruizione dell’area protetta».

Redazione Greenreport

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