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I lupi in Europa sono aumentati del 58% in dieci anni

Uno studio evidenzia il successo della protezione del lupo, con oltre 21.500 esemplari nel 2022, ma il dibattito sulle tutele mette a rischio i progressi nella conservazione
 |  Natura e biodiversità

Negli ultimi decenni, la popolazione di lupi in Europa ha conosciuto una significativa ripresa. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Sustainability and Transformation, condotto da Cecilia Di Bernardi e Guillaume Chapron dell'Università svedese di scienze agrarie, il numero di lupi nel continente è aumentato del 58% in dieci anni, passando da circa 12.000 individui a oltre 21.500 nel 2022.

I ricercatori hanno analizzato le tendenze della popolazione di lupi in 34 Paesi europei, scoprendo che nella maggior parte di essi il numero di esemplari era in crescita, mentre solo tre nazioni hanno registrato un calo.

Tuttavia, il ritorno del lupo ha anche riacceso il dibattito sulla sua gestione e sulla coesistenza con le attività umane. Nonostante il rischio per il bestiame sia statisticamente basso, con una media dello 0,02% di probabilità che un capo venga predato ogni anno, il problema resta sentito tra allevatori e agricoltori. Ogni anno, si stima che i lupi uccidano circa 56.000 animali domestici nell'Unione Europea, generando costi di risarcimento per circa 17 milioni di euro. D'altro canto, la presenza dei lupi porta benefici ecologici, come la riduzione delle popolazioni di cervi selvatici, contribuendo a limitare danni alle foreste e incidenti stradali, anche se questi effetti positivi non sono ancora stati quantificati con precisione.

Contestualmente a questo successo nella conservazione della specie, la recente proposta della Commissione europea di declassare il lupo da "specie rigorosamente protetta" a "specie protetta" ha sollevato forti critiche da parte di esperti e organizzazioni ambientaliste. Lo scorso dicembre, il Comitato permanente della Convenzione di Berna aveva già votato per abbassare lo status di protezione del lupo, una decisione ora sostenuta dalla Commissione europea nell'ambito della Direttiva Habitat. Gli ambientalisti temono che questa scelta, basata più su valutazioni politiche che su evidenze scientifiche, possa compromettere i progressi ottenuti nella tutela della specie e aprire la strada a un allentamento generale delle politiche di conservazione.

Gli autori dello studio sottolineano come il successo della ripresa del lupo sia dovuto proprio alle politiche di conservazione adottate in diversi Paesi europei, nonché alla straordinaria capacità di adattamento della specie, anche in un continente densamente popolato come l'Europa. Per garantire una coesistenza sostenibile tra esseri umani e grandi carnivori, sarà però necessario adattare le politiche nazionali e internazionali, affrontando sia i problemi legati alla predazione del bestiame sia le preoccupazioni delle comunità locali.
Indebolire ora le tutele conquistate rischia di compromettere decenni di progressi e di minare gli sforzi per costruire un equilibrio sostenibile.

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it