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La Regione Liguria punta all’affondamento controllato per i relitti della Marina Militare
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Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato ieri con un certa disinvoltura, con 18 voti a favore (maggioranza) e 11 contrari, l’odg presentato da Alessandro Bozzano (Vince Liguria–Bucci Presidente) che impegna la giunta a verificare l’esistenza delle condizioni giuridiche per rendere compatibile l’affondamento controllato (scuttling) dei mezzi nautici della Marina Militare o creare nuovi e diversi presupposti per consentire l’effettuazione di questa pratica in compatibilità con il sistema legislativo regionale.
Ovviamente finché c’è libertà di pensiero e di espressione, ciascuno può esprimere il proprio punto di vista, e ci mancherebbe altro che non possa accadere; tuttavia, a scanso di equivoci, riteniamo prudente richiamare alcune Convenzioni internazionali sottoscritte anche dall’Italia che, a nostro modo di vedere, si frappongono pesantemente con l’iniziativa regionalistica proposta dall’esponente della lista Liguria-Bucci Presidente.
Sempre ritornando alla prudenza che deve ispirare le iniziative che hanno o potrebbero, in ipotesi, avere conseguenze sull’ambiente in generale e su quello marino in particolare, vogliamo richiamare i contenuti della più vecchia Convenzione: Marine dumping convention of London, del 1972, conosciuta in italiano come Convenzione per ridurre l’inquinamento marino da scarico di rifiuti o altri materiali, riguarda anche (e per fortuna) l’affondamento deliberato nel mare di detriti o altra materia da navi, aerei e piattaforme marine. In sostanza il vecchio e sciagurato concetto di utilizzare il mare e i fondali marini come pattumiera dove scaricare i rifiuti dell’uomo smette di esistere, con buona pace di chi per superficialità o per ignoranza delle norme internazionali propone cose diverse da quelle già codificate nelle sedi internazionali.
Sempre per rinvigorire le nostre osservazioni, citiamo il Protocollo I della Barcelona Convention “Prevenzione dell'inquinamento dovuto ad operazioni di immersione di navi ed aeromobili” (1995) che, appellandosi agli stessi principi di salvaguardia e tutela del mare richiamati dalla Marine dumping convention, stabilisce il divieto assoluto di ricorrere all’affondamento deliberato in mare.
In questa cornice internazionale appare realmente difficile capire come una singola regione possa trovare un qualsivoglia spiraglio per procedere al cosiddetto scuttling, né sembrerebbe ragionevole per l’Italia uscire dalle Nazioni Unite in considerazione del fatto che entrambe le Convenzioni a cui ci siamo richiamati hanno la stessa matrice: l’Onu.
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