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Tra petroliere, chimichiere e gasiere ci sono più di cento unità che giornalmente riforniscono porti e terminal petrolchimici nazionali

A Savona attentato con rischio di disastro ambientale alla petroliera Seajewel

Una doppia esplosione ha piegato lo scafo verso l’interno: nessuna fuoriuscita di petrolio, ma occorre rafforzare la cintura di sicurezza nei porti italiani
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Apprendiamo con preoccupazione che la petroliera “Seajewel”, battente bandiera maltese, lunga 245 metri e larga 42, avente una portata lorda di 109.000 tonnellate e con un carico di greggio, ha subito una doppia esplosione.

La petroliera, proveniente da Arzew, porto petrolchimico algerino, dalla quale era salpata l’11 febbraio con destinazione Savona, in passato, sembra sia stata coinvolta in traffici di petrolio tra la Russia e Turchia. Aggiungiamo, inoltre, che la petroliera in questione risulta essere gestita dalla società greca “Thenamaris” e il carico a bordo, attraverso il terminal “liquid bulk” di Vado Ligure, sarebbe dovuto arrivare alla raffineria “Sarpom” di Trecate (Novara).  

Nel pomeriggio di lunedì 17 febbraio, la Capitaneria di Porto di Savona ha diffuso un comunicato «al fine di sgombrare il campo da alcune notizie prive di fondamento che si sono diffuse nella giornata di oggi»: si afferma che «tra la mezzanotte e l’una del 14 febbraio durante le operazioni di scarico di crude oil, presente a bordo di una petroliera ormeggiata presso il campo boe della “Sarpom”, il personale che sovrintendeva a queste operazioni, ha constatato alcune anomalie, ancora da accertare, nelle procedure di discarica decidendo, per motivi precauzionali, l’interruzione delle stesse. Sono state avviate tutte le procedure previste dai piani antinquinamento e antincendio portuali. Non sono stati registrati sversamenti né danni a persone. Sono attualmente in corso accertamenti tecnici a bordo dell’unità in questione volti a verificare l’origine di tali anomalie e ad eliminare le stesse per il prosieguo delle operazioni in sicurezza».

Dalle prime verifiche subacquee, condotte tempestivamente dal Nucleo subacqueo della Guardia Costiera di Genova, risulta confermato che le esplosioni verificatesi a bordo hanno, entrambe, piegato le lamiere dello scafo verso l’interno e ciò, chiaramente, lascia intendere che la deflagrazione è stata causata da ordigni collocati al di fuori dello scafo e non da esplosioni provenienti dall’interno della nave, come ci si poteva invece attendere.

La deduttiva conseguenza è che si tratti di un attentato, di un’azione deliberata, volta a provocare un disastro qualora il carico di greggio presente a bordo fosse fuoriuscito in mare.

Fortunatamente, le due esplosioni pur provocando ampi squarci sul fasciame, lunghi qualche metro, non hanno intaccato in maniera significativa il “doppio scafo” della petroliera e, di conseguenza, non c’è stata nessuna rilevata fuoriuscita di petrolio.

Il caso o la fortuna ci hanno aiutato e le conseguenze dell’esplosione che poteva causare un disastro ambientale simile a quello provocato dall’esplosione della petroliera “Haven” avvenuto nell’aprile del 1991 sembra, per ora, siano scongiurate.

Resta però un dato inquietante, una sorta di spada di Damocle che pende su ogni nave che potenzialmente può essere colpita e fatta affondare, provocando un’immane catastrofe.

Se pensiamo che tra petroliere, chimichiere e gasiere ci sono più di cento unità che giornalmente riforniscono porti e terminal petrolchimici nazionali, certamente non possiamo restare tranquilli: la minaccia di attentati terroristici sembra aleggiare intorno ai porti italiani e la risposta dello Stato dovrà essere commisurata all’effettiva necessità di neutralizzarla, prima che possa provocare catastrofi.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).