Skip to main content

La Nasa e la nebbia in Val Padana

La nebbia accompagnata da carichi elevati di aerosol dura fino a tre ore in più rispetto alla nebbia con bassi livelli di aerosol
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Nella valle del Po, una delle regioni più densamente popolate d'Italia, vivono più di 16 milioni di persone e la Val Padana è anche una delle regioni più nebbiose e inquinate dell’Italia.
L’Earth Observatory della Nasa dedidica proprio alla nebbia in Val Padana una delle sue photo story e Adam Voiland, senior science writer ed editor del NASA Earth Observatory spiega che «Nei mesi autunnali e invernali, nebbia e nubi basse ricoprono abitualmente il bacino, spesso precedute da foschia, una miscela di particelle sospese nell'aria, note come aerosol, emesse da veicoli, incendi, industrie e altre fonti. Le catene montuose circostanti limitano la circolazione dell'aria, contribuendo ad alimentare le inversioni di temperatura che intrappolano l'inquinamento atmosferico vicino alla superficie».
Il Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) del satellite Terra della NASA ha scattato un’immagine della nebbia mattutina il 16 novembre 2024 ed Eva Pauli, meteorologa tedesca del Karlsruher Institut für Technologie, sottolinea che «Si è formata quando un sistema di alta pressione sull'Europa centrale ha portato a condizioni calme e stabili nella valle, ideali per la formazione di nebbia da radiazione»
Questo tipo di nebbia si verifica solitamente in autunno e in inverno, con il cielo è sereno, quando la superficie terrestre si fredda di notte e raffredda l'aria vicino alla superficie, alimentando la condensazione. Le particelle di aerosol contribuiscono alla formazione di nebbia e altri tipi di nubi fungendo da "semi", o nuclei di condensazione delle nubi, che attraggono il vapore acqueo e si sviluppano in minuscole gocce di nubi sferiche , i mattoni delle nubi.
La Pauli la principale autrice dello studio “Synoptic Scale Controls and Aerosol Effects on Fog and Low Stratus Life Cycle Processes in the Po Valley, Italy”, pubblicato a ottobre su Geopphysical Research Letters, che ha dimostrato che le condizioni di foschia nella Val Padana sono collegate a - e spesso li precedono - lunghi periodi di nebbia. Analizzando le osservazioni satellitari raccolte tra il 2006 e il 2015 e i dati sugli aerosol registrati dalle stazioni Aerosol Robotic Network (AERONET) terrestri in Val Padana, la Pauli e il suo team hanno scoperto che, durante il periodo di studio, la nebbia accompagnata da carichi elevati di aerosol durava fino a tre ore in più rispetto alla nebbia con bassi livelli di aerosol e dicono che «I risultati sottolineano l'effetto combinato di topografia, advezione di umidità e carico di aerosol sul ciclo di vita delle FLS nella valle del Po».
Il 16 novembre, quando è stata scattata la foto pubblicata dalla NASA, la nebbia è rimasta fino aL pomeriggio inoltrato , probabilmente a causa degli aerosol. Una stazione AERONET a Modena ha registrato quello che la Pauli ha descritto come «Misurazioni della profondità ottica degli aerosol che erano piuttosto elevate», e anche MODIS ha rilevato concentrazioni elevate di aerosol.
La Pauli evidenzia che «Non abbiamo ancora fatto un'analisi meteorologica completa, ma è chiaro che la nebbia è rimasta al centro della valle per più di 24 ore. Questo corrisponde al modello che abbiamo trovato nella nostra analisi precedente».
La NASA è n molto interessata alla nebbia in Val Padana perché secondo la US Federal Highway Administration, ogni anno la nebbia è legata a decine di migliaia di incidenti stradali e centinaia di morti negli Stati Uniti.
La Paulki conclude: «Una migliore comprensione del ruolo che gli aerosol svolgono nel prolungare gli outbreaks i nebbia potrebbe migliorare le previsioni del tempo e forse aiutare a minimizzare gli impatti dannosi della nebbia».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.