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Non è sufficiente concentrarsi sulla gestione dei rifiuti, senza ridurre la domanda

Riciclo, ecodesign, investimenti: le indicazioni Ocse per eliminare l’inquinamento da plastica entro il 2040

In mancanza di misure adeguate, tra 15 anni saranno prodotte e utilizzate 736 milioni di tonnellate di questo materiale, il 70% in più rispetto al 2020
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Tra il 2000 e il 2019 la produzione mondiale di materie plastiche è raddoppiata, passando da 234 a 460 milioni di tonnellate. In mancanza di misure adeguate, nel 2040 saranno prodotti e utilizzati 736 milioni di tonnellate di questo materiale, ovvero circa il 70% in più rispetto a quanto registrato nel 2020. Questo volume, secondo le stime dell’Ocse, aumenterà più velocemente della popolazione mondiale, sotto l'effetto di una domanda che crescerà a livello globale. Una rapida crescita dell'uso della plastica è prevista infatti tanto nei paesi Ocse quanto nelle economie emergenti dell'Asia, dell'Africa subsahariana e dell'America Latina. Inoltre, se non verranno realizzate misure diverse rispetto alle attuali, nel 2040 le materie plastiche riciclate continueranno a rappresentare solo il 6% della produzione totale. 

Non bisogna però rassegnarsi a un simile scenario catastrofico. Secondo un rapporto dell'Ocse appena divulgato, ci sono delle misure ad hoc che, se attuate su scala globale per l'intero ciclo di vita delle materie plastiche, consentirebbero di ridurre del 96% le emissioni di plastica nell'ambiente entro il 2040. L'applicazione di una serie di politiche ed azioni mirate, che vanno dal miglioramento della gestione e del riciclaggio dei rifiuti di plastica alla riduzione del loro utilizzo e della loro produzione, può consentire di ottenere notevoli vantaggi ambientali e di realizzare risparmi significativi, rispetto ad altre strategie meno equilibrate.

In assenza di misure ambiziose, invece, i rifiuti di plastica mal gestiti aumenteranno del 50% (passando da 81 milioni di tonnellate all'anno nel 2020 a 119 milioni di tonnellate all'anno nel 2040) e gli scarichi di rifiuti plastici nell'ambiente, anche nei corsi d'acqua e negli oceani e nei terreni, subiranno un aumento del 40%.

Le scelte giuste sono da compiere ora, sottolinea l’Ocse. Prima del cruciale ciclo di negoziati che si terrà a novembre sotto l'egida delle Nazioni unite in vista dell'adozione di un trattato giuridicamente vincolante sull'inquinamento da plastica, il rapporto dell'Ocse intitolato “Scenari d’azione per l’eliminazione dell’inquinamento da plastica entro il 2040” valuta le conseguenze ambientali ed economiche delle strategie volte a ridurre e, a lungo termine, eliminare l'inquinamento da plastica.

La relazione dell'Ocse raccomanda, al fine di promuovere un approccio basato sull'intero ciclo di vita delle materie plastiche, l'attuazione di misure quali l'introduzione di tasse sulla plastica e sugli imballaggi, l'istituzione di criteri di ecodesign e di norme applicabili ai prodotti, il divieto di alcune materie plastiche monouso e l'istituzione di programmi di responsabilità estesa dei produttori per gli imballaggi e i beni durevoli, che potrebbero favorire l'emergere di un'economia delle materie plastiche più sostenibile.

Secondo la direttrice della Direzione dell'ambiente, Jo Tyndall, «il lavoro di analisi che abbiamo condotto mostra che misure ambiziose che coprono l'intero ciclo di vita delle materie plastiche, se applicate su scala globale, potrebbero quasi eliminare l'inquinamento da plastica entro il 2040. Questo approccio non solo consente di migliorare la raccolta, il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti, ma anche di ridurre la produzione e la domanda di plastica e di promuovere la progettazione circolare».

Soluzioni parziali non risolveranno il problema dell'inquinamento da plastica. Ponendo l'accento esclusivamente sulla gestione dei rifiuti, senza ridurre la produzione e la domanda, si ridurrebbero gli scarichi di plastica nell'ambiente solo del 55% entro il 2040 rispetto allo scenario di riferimento. Se i rifiuti di plastica fossero oggetto di una migliore gestione ma non venissero attuate misure specifiche per ridurne i volumi, il costo di questa riduzione aumenterebbe notevolmente e sarebbe sempre più difficile per i paesi eliminare gli scarichi di materie plastiche. Allo stesso modo, l'insieme delle misure poco vincolanti o la cui copertura geografica fosse parziale non permetterebbero nemmeno di riportare i livelli di consumo di rifiuti e di scarichi di plastica al di sotto di quelli del 2020.

Secondo le proiezioni dell'Ocse (sintetizzate anche in un documento in inglese), le misure applicate a tutte le fasi della vita della plastica, sebbene comporterebbero un leggero calo del Pil mondiale (0,5%), avrebbero un rapporto costi-benefici migliore rispetto alle strategie incentrate esclusivamente sulla gestione dei rifiuti. Queste ultime causerebbero un calo ancora più importante del Pil (0,8%) entro il 2040. I paesi in via di sviluppo e quelli con sistemi di gestione dei rifiuti meno avanzati, in particolare quelli dell'Africa subsahariana, dovrebbero affrontare i costi macroeconomici più elevati.

Nell'ipotesi di politiche invariate, il fabbisogno globale di investimenti per gestire i rifiuti di plastica dovrebbe raggiungere i 2.100 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2040. Le politiche che affrontano l'intero ciclo di vita della plastica limiterebbero gli investimenti aggiuntivi in infrastrutture per la gestione dei rifiuti - in aggiunta a quelli previsti nel modello business as usual - a 50 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2040. Gli aumenti dei costi sarebbero modesti, a causa del riorientamento dei flussi di investimento verso il miglioramento della raccolta differenziata e del riciclaggio, al posto di soluzioni meno avanzate. Al contrario, nel caso in cui i paesi intendano eliminare gli scarichi di plastica concentrando i loro sforzi sulla sola gestione dei rifiuti, i costi sarebbero più elevati. In un tale scenario, bisognerebbe realizzare investimenti aggiuntivi nell'ordine di 300 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2040 rispetto allo scenario dello status quo.

Le politiche che affrontano l'intero ciclo di vita della plastica limiterebbero gli investimenti aggiuntivi in infrastrutture per la gestione dei rifiuti - in aggiunta a quelli previsti nel modello business as usual - a 50 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2040

 

Oltre alle raccomandazioni riguardanti tassazione, investimenti, criteri di ecodesign, divieti e gestione dei rifiuti, il rapporto Ocse indica anche la necessità di intraprendere ulteriori azioni per combattere in modo globale altre dimensioni dell'inquinamento da plastica, in particolare per ridurre i rischi associati all'inquinamento da microplastiche, alle sostanze chimiche preoccupanti, alle emissioni di gas a effetto serra legate alla plastica e all'inquinamento ereditato dal passato.

Redazione Greenreport

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