Depurare il percolato delle discariche con le canne
Lo studio “The potential of Phragmites australis to bioaccumulation and translocate heavy metals from landfill leachate”, pubblicato sul Journal of Water Process Engineering da un team di ricercatori iraniani dell’ Hamadan University of Medical Sciences guidato da Sonia Chavoshi, parte dalla convinzione che «Le zone umide artificiali servono come soluzione ecologica per il trattamento del percolato di discarica, con conseguente riduzione dell'uso di energia, risparmi economici e minor danno ambientale».
Il nuovo studio è stato realizzato nell'Iran occidentale, in un’area con clima freddo, e ha esaminato l'efficacia della cannuccia di palude (Phragmites australis) con un progetto pilota che si è concentrato sulla «Capacità della canna di bioaccumulare e traslocare metalli pesanti all'interno di una zona umida artificiale a flusso sotterraneo orizzontale».
I ricercatori dicono che «I risultati hanno rivelato significativi tassi di rimozione per metalli pesanti come Fe, Mn, Cd, Cr, Ni e Pb, con efficienze rispettivamente dell'81,23%, 76,02%, 26,92%, 44,73%, 20,13% e 28,24%. Il fattore di bioaccumulo per questi metalli era superiore a 1,0, il che indica un assorbimento efficace da parte della pianta. Tuttavia, il fattore di traslocazione per tutti i metalli, eccetto Mn, non ha superato 1,0. Questo indica che, sebbene Phragmites australis sia un efficace fitostabilizzatore, che sequestra efficacemente i metalli pesanti nel suo apparato radicale, non è efficace nello spostare questi metalli nei suoi tessuti fuori terra. Piuttosto, tende a concentrarli all'interno delle sue radici e dei suoi rizomi».
Lo studio è stato rilanciato con grande evidenza anche dall’agenzia ufficiale iraniana Pars Today che annuncia che «Una ricercatrice iraniana ha presentato un progetto che utilizza la pianta autoctona della canna (Phragmites australis) per la depurazione del percolato prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani, dando via ad una possibile operazione di ricircolo».
A proposito dell'uso della cannuccia di palude per il trattamento del percolato da rifiuti, la Chavoshi ha evidenziato che «Nei decenni precedenti, per gestire il percolato prodotto nelle discariche di rifiuti, il percolato veniva scaricato nel sistema di raccolta delle acque reflue per essere trattato nell'impianto di trattamento delle acque reflue o direttamente nelle acque superficiali. In questo nuovo studio, il team iraniano ha cercato di progettare e implementare il processo di purificazione utilizzando la pianta di canna locale e sfruttando il potenziale naturale della regione con il minor consumo di energia e senza la necessità di personale esperto per gestire il sistema, il sito di smaltimento dei rifiuti urbani viene trattato e, raggiungendo gli standard degli effluenti, può essere riutilizzato».