Il crollo delle popolazioni di pipistrelli ha causato la morte di più di mille bambini statunitensi
I pipistrelli sono considerati un pesticida naturale, ampiamente utilizzato dagli agricoltori come alternativa ai pesticidi chimici per proteggere i raccolti dagli insetti. Ma, dal 2006, nei Paesi del Nord America molte popolazioni di pipistrelli sono crollate a causa della sindrome del naso bianco causata dal fungo invasivo Pseudogymnoascus destructans proveniente dall’Europa e che è stato trovato nelle grotte che i pipistrelli usano durante il giorno e durante l'inverno.
Il nuovo studio “The economic impacts of ecosystem disruptions: Costs from substituting biological pest control”, pubblicato su Science da Eyal Frank, un ricercatore dell’Harris School of Public Policy dell’università di Chicago, Chicago, del Center for Economic Policy Research di Parigi e del National Bureau of Economic Research, utilizza il collasso improvviso delle colonie di pipistrelli insettivori per capire se gli agricoltori abbiano incrementato l’utilizzo di pesticidi chimici e se questo abbia un impatto sulla salute umana, scoprendo che «Gli agricoltori hanno aumentato il loro uso di pesticidi, portando a più di 1.000 morti infantili».
Frank si è affermato come economista con un talento particolare nel quantificare i modi in cui il declino di una specie può diventare una questione di vita o di morte per le persone. Infatti, insieme ad Anant Sudarshan, Frank ha pubblicato a luglio sull’American Economic Review lo studio “The Social Costs of Keystone Species Collapse: Evidence From The Decline of Vultures in India”, che ha collegato un crollo delle popolazioni di avvoltoi a più di 500.000 decessi in India. In quel caso, gli avvoltoi fornivano un prezioso servizio sanitario banchettando con le carcasse di bestiame in putrefazione. Nei luoghi in cui sono scomparsi gli spazzini alati i tassi di mortalità umana sono aumentati, probabilmente a causa di un maggior inquinamento delle acque e dell’aumento dei casi di rabbia dovuta ai cani selvatici che hanno occupato la nicchia ecologica lasciata dagli avvoltoi.
Commentando il nuovo studio su Anthropocene, Warren Cornwall ricorda che «Gli ecologi parlano spesso dei modi in cui la salute umana è legata alle condizioni ambientali, come l'emergere di malattie che hanno origine dalla fauna selvatica quando la deforestazione ne erode l'habitat. Ma può essere difficile individuare una chiara relazione causa-effetto quando i sistemi ecologici sono così complessi. Frank cerca casi che gli consentano di confrontare quel che accade a luoghi che subiscono una perdita ambientale con luoghi simili che non ne subiscono. Questo è definito un "esperimento naturale" che si avvicina al tipo di controllo che gli scienziati possono ottenere in laboratorio».
Le notizie sulla sindrome del naso bianco non sono buone: il fungo è ora diffuso in tutti gli Stati Uniti e all'inizio di quest'anno, il National Park Service ha annunciato che è comparso nelle famose Carlsbad Caverns del New Mexico. Ma ci sono alcuni barlumi di speranza: gli scienziati stanno testando un possibile vaccino per i pipistrelli, stanno usando la luce UV per eliminare il fungo dalle grotte e spruzzandole con sostanze chimiche antimicotiche, stanno anche trattando i pipistrelli con probiotici e persino costruendo grotte artificiali dove le condizioni più fredde sembrano aiutare i pipistrelli a sopportare il fungo. Se gli scienziati si chiedono se valga la pena di tutti questi sforzi per salvare animali che spesso suscitano paura o disgusto, ora possono indicare altre ragioni per questo lavoro: l’economia e la vita e la salute dei bambini.
Frank sottolinea che «I pipistrelli si sono guadagnati la cattiva reputazione di essere qualcosa da temere, soprattutto dopo le segnalazioni di un possibile collegamento con le origini del Covid-19. Ma, nel loro ruolo di pesticidi naturali, i pipistrelli aggiungono valore alla società e questo studio dimostra che il loro declino può essere dannoso per gli esseri umani».
Frank ha confrontato l'effetto delle morie di pipistrelli sull'uso di pesticidi nelle contee statunitensi che hanno sperimentato quei cali della popolazione di pipistrelli con le contee che probabilmente non sono state colpite dalla sindrome del naso bianco e ha scoperto che «Quando le popolazioni di pipistrelli sono diminuite, gli agricoltori hanno aumentato il loro uso di pesticidi di circa il 31%». Dato che i pesticidi sono collegati a impatti negativi sulla salute, Frank ha poi effettuato dei test per vedere se l'aumento dell'uso di pesticidi corrispondesse a un aumento della mortalità infantile, un indicatore comune per studiare gli impatti sulla salute dell'inquinamento ambientale, e dice che «In effetti, quando gli agricoltori hanno aumentato l'uso di pesticidi, il tasso di mortalità infantile è aumentato di quasi l'8%. Questo corrisponde a 1.334 decessi infantili aggiuntivi. O, per ogni aumento dell'1% dei pesticidi, c'è stato un aumento dello 0,25% del tasso di mortalità infantile».
Lo studio ha anche scoperto che i pesticidi non sono efficaci quanto i pipistrelli nel prevenire i parassiti e fa notare anche che «La qualità dei raccolti è probabilmente diminuita, poiché i ricavi degli agricoltori dalle vendite dei raccolti sono diminuiti di quasi il 29%. Sommando questa perdita di fatturato alla spesa per i pesticidi, gli agricoltori nelle comunità che hanno subito la moria dei pipistrelli hanno perso 26,9 miliardi di dollari tra il 2006 e il 2017. Aggiungendo a queste perdite i 12,4 miliardi di dollari di danni per mortalità infantile, il costo sociale totale della moria dei pipistrelli in queste comunità è ammontato a 39,6 miliardi di dollari».
Frank conclude: «Quando i pipistrelli non ci sono più per svolgere il loro compito nel controllo degli insetti, i costi per la società sono molto elevati, ma il costo della conservazione delle popolazioni di pipistrelli è probabilmente inferiore. Più in generale, questo studio dimostra che la fauna selvatica aggiunge valore alla società e dobbiamo comprendere meglio tale valore per informare le politiche per proteggerla».