La transizione ecologica delle cooperative passa dall’economia circolare
È riconosciuta la necessità nel mondo imprenditoriale, accademico e civico, di implementare la sostenibilità a 360 gradi: questa dinamica include pure il terzo settore e le imprese con un modello unico com’è quello cooperativo.
Le cooperative che risultano sostenibili a livello ambientale, sociale ed economico rappresentano un modello innovativo di sviluppo sostenibile, integrando la crescita economica con la responsabilità sociale e la salvaguardia ambientale.
Il progetto Climate Circular Coop coordinato dall’Università di Ferrara, che si propone di esplorare il ruolo delle cooperative nell'adozione di strategie di economia circolare e innovazione ecologica, ha scoperto che non solo c’è molta poca ricerca a riguardo, ma è altrettanto necessario delineare ciò che significa essere un’impresa cooperativa che sia a tutti gli effetti sostenibile e circolare (Guerreschi and Diaz Lopez, 2023).
La definizione di economia circolare dev’essere concordata (Figge et al., 2023) ed è necessario poterla chiarire anche nei termini specifici del modello cooperativo, che vuole essere non solo democratico e che non si sofferma semplicemente ad un modello imprenditoriale top-bottom, ma invece vuole essere organizzato con un modello paritario dove, per esempio, i membri lavoratori hanno spazio per votare per decisioni importanti.
Climate Circular Coop mira a costruire una rete globale di ricercatori e cooperative, promuovendo lo scambio di conoscenze e l'implementazione di pratiche sostenibili. Questo impegno si riflette in workshop e seminari dedicati, come quello svoltosi con l’Università di Roma Tre sulle strategie di economia circolare applicate dalle cooperativeo, presso l’Università di Ferrara, con esperti anche stranieri dall’Alleanza internazionale delle cooperative (Ica).
I business model sostenibili rivestono un'importanza cruciale all'interno delle cooperative, grazie alla loro capacità di coniugare crescita economica, responsabilità sociale e salvaguardia per l’ambiente.
Il dibattito sulla sostenibilità nelle cooperative è fervente, sia nel mondo imprenditoriale che accademico. Ad esempio, studi di Brown e Forster (2022) e Martinez et al. (2023) mostrano come le cooperative possano svolgere un ruolo chiave nell'economia verde.
Le cooperative incorporano la sostenibilità all’interno del loro Dna, come dimostra il settimo principio: “preoccupazione per la comunità”. La loro identità etica le spinge a comprendere che le attività non possono durare nel tempo senza pratiche che valorizzino l’aspetto ambientale.
Un esempio virtuoso nell’Emilia Romagna di cooperativa che adotta un modello di economia circolare è Caviro, una cooperativa vitivinicola italiana che punta a zero emissioni e zero scarti, più notoriamente conosciuta dai consumatori anche per il Tavernello.
La sua sorella cooperativa CaviroExtra, in particolare, si impegna in una produzione rispettosa della natura, integrando pratiche di riciclo e riduzione degli sprechi, dimostrando come un modello di business sostenibile possa portare vantaggi economici significativi alle cooperative, riducendo i costi operativi e migliorando l'efficienza.
Molte cooperative sono state pioniere nella gestione sostenibile delle risorse, sviluppando politiche di riciclo e promuovendo iniziative per ridurre lo spreco alimentare. L’adozione di pratiche sostenibili permette di ridurre l'impatto ambientale, promuovere la giustizia sociale e creare valore per tutti i membri e le comunità.
L'adozione di un business model sostenibile porta diversi vantaggi economici alle cooperative. Grazie alla riduzione degli sprechi e all’ottimizzazione dell’uso delle risorse, le cooperative abbassano i costi operativi e diventano più efficienti. Inoltre, questo le rende meno dipendenti dall’esposizione alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime.
Un altro aspetto rilevante è l'impatto positivo sulle comunità locali. Le cooperative che adottano modelli sostenibili possono promuovere lo sviluppo economico locale, creare posti di lavoro dignitosi e contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Tuttavia, ciò richiede studiare questo modello imprenditoriale e riconoscerne le difficoltà per affrontarle e transitare nella maniera più efficiente.
a cura di Asia Guerreschi e Roberto Mario De Stefano
Questo articolo è il primo di una serie che verrà pubblicata su greenreport, scritto dai ricercatori del network Seeds, il centro di ricerca per la sostenibilità ambientale e l’economia ecologica coordinato dall’Università di Ferrara che racchiude 12 atenei italiani.