
Meno rischio in Toscana, navi fantasma, l’illusione del Ponte e tanto altro, nel podcast greenreport

In quanti sanno come comportarsi quando arriva un’allerta meteo? E come funziona il servizio di protezione civile? A queste e a molte altre domande, annuncia il direttore responsabile Maurizio Izzo aprendo la nuova puntata del podcast greenreport, risponderà l’evento “Meno rischio in Toscana. Nuove soluzioni contro frane e alluvioni”, che prenderà il via domani al Teatro Politeama di Prato per concludersi il 16 giugno al Teatro della Compagnia di Firenze, con nel mezzo 8 webinar tematici riservati a tecnici degli enti locali, ordini professionali e associazioni di categorian. Noi di greenreport siamo media partner dell’evento e sulle nostre pagine lo ha presentato la prima promotrice di quest’importante iniziativa, l’assessora all’Ambiente e Protezione civile della Regione Toscana, Monia Monni.
Siamo alla sesta puntata della leggendaria storia con cui Erasmo D’Angelis sta raccontando l’illusione italiana di costruire un ponte sullo stretto, segnala Izzo, dedicata ai «3 sismici anni che sconvolsero lo Stretto, il Sud, l’Italia. Dal 1905 all’epocale terremoto del 1908 con 120 mila morti». Povera e impreparata era l’Italia, ma il futuro non è stato granché migliore: le baracche di legno costruite per i terremotati saranno destinate a diventare abitazioni definitive: «Accade che, passato un intero secolo più altri 17 anni, gli amministratori di Messina e della Regione oggi si pongono ancora il problema di come far sgomberare le favelas fatte di baracche e casette degradate, moltissime delle quali poverissime e totalmente abusive, che ospitano ancora 6.400 eredi della generazione del sisma, i parenti lontani dei superstiti dello schianto del 1908».
C’è un traffico di petrolio sospetto nelle acque dei nostri mari, segnala come altra notizia della settimana Izzo. La denuncia è in un’inchiesta di Greenpeace: da metà 2024 la cosiddetta “flotta fantasma” russa, costituita dalle navi usate da Mosca per aggirare l’embargo europeo sul petrolio imposto dopo l’invasione dell’Ucraina, opera al largo della Sicilia, a poche centinaia di metri dalle acque territoriali del nostro Paese. Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera, spiega come l’Italia può impedire il fenomeno: estendendo da 12 a 24 miglia la zona di mare in cui lo Stato costiero può esercitare la sua sovranità ed applicare le norme cogenti del proprio ordinamento, i fenomeni di trasbordo in mare aperto in parola potrebbero essere se non del tutto debellati, almeno significativamente ridotti.
Altro tema: a che punto siamo con le rinnovabili? Lo svela Legambiente, che boccia l’Italia rispetto agli obiettivi 2030, che con questo ritmo potranno essere raggiunti soltanto con otto anni di ritardo, nel 2038. Tra l’altro, negli ultimi 4 anni abbiamo installato in media quasi 4.500 MW all’anno di nuovi impianti a fonti pulite, ma nei prossimi 6 dovremo accelerare, arrivando a oltre 10.000 MW all’anno.
Ogni cittadino dovrebbe vedere almeno 3 alberi dalla finestra, vivere in un quartiere con il 30% di copertura arborea e avere un parco entro 300 metri. Ebbene, è ispirandosi a questo che Firenze ha scelto il verde e adottato il Piano Iris, che trasforma la città con la regola 3-30-300.
«Abbiamo chiuso con una bella notizia – chiosa Izzo – a volte succede».
