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L’Afd ha presentato alla Corte costituzionale ricorsi urgenti contro la decisione di convocare il Parlamento uscente

Riforma del debito: le condizioni dei Grünen a Cdu e Spd, Merz ha 48 ore per trovare una soluzione

I Verdi tedeschi hanno bocciato il pacchetto finanziario messo a punto da cristianodemocratici e socialdemocratici. Sono in corso negoziati tra i tre partiti e un’intesa va trovata prima della sessione straordinaria del Bundestag
 |  Green economy

Sì al taglio dei prezzi dell’elettricità e ai sussidi per le auto elettriche. Ma senza ulteriori misure specifiche contro i cambiamenti climatici, i Verdi tedeschi diranno no al piano voluto da Cdu e Spd per allentare il freno al debito e far confluire nuovi investimenti nei settori della difesa e delle infrastrutture. Non solo. Se Alternative für Deutschland ha presentato alla Corte costituzionale una serie di ricorsi urgenti per contestare la decisione di convocare nei prossimi giorni il Parlamento uscente per votare un pacchetto di spesa da 500 miliardi di euro, l’idea di far prendere questa storica decisione sul debito non ai nuovi eletti bensì ai parlamentari insediati nella passata legislatura fa storcere la bocca anche alle forze di sinistra e ambientaliste. Sul favore delle quali l’asse Cdu-Spd dovrà poter contare nei prossimi mesi. E anzi già nei prossimi giorni. In queste ore fervono le trattative tra le forze politiche, ma al momento Friedrich Merz deve far fronte a una situazione che è di totale stallo. 

I Grünen, in particolare, chiedono che il fondo infrastrutturale previsto da Merz venga utilizzato per investimenti volti ad accelerare la transizione energetica pulita della Germania, anche se l’aspirante Cancelliere, prima delle elezioni, ha giurato di non voler dare priorità alle politiche climatiche. I Verdi tedeschi puntano anche a una visione più ampia delle spese per la difesa che potrebbero essere esentate dalle restrizioni del freno al debito della Germania, compresi gli aiuti militari all’Ucraina. E, tra le altre cose, ancora non hanno digerito certe uscite di Merz a cui hanno assistito nel corso della campagna elettorale, nelle quali il leader Cdu aveva promesso di impegnarsi in misure «per la maggioranza della popolazione, coloro che pensano razionalmente e hanno tutte le loro rotelle a posto, non per alcuni verdi e pazzi di sinistra».

Così, se in un Sondierungspapier, ovvero un documento esplorativo messo a punto da Cdu e Spd come base programmatica su cui costruire una Grande alleanza, si cita l’impegno a «sostenere gli obiettivi climatici tedeschi ed europei» e ad «armonizzare la protezione del clima, l’equità sociale e la crescita economica in modo pragmatico e non burocratico», se i Verdi vedono di buon occhio i prospettati incentivi alle auto elettriche e il possibile taglio dei costi dell’energia anche investendo ulteriormente sulle rinnovabili, un accordo sui 500 miliardi da utilizzare per rilanciare l’economia e aumentare le spese per la difesa è tutt’altro che a portata di mano. I Verdi sanno infatti che il loro potere di trattativa è alto, in questi giorni, perché per allentare i vincoli di bilancio Merz ha bisogno di una modifica costituzionale che può essere approvata soltanto dai due terzi dei parlamentari. Quota che allo stato è possibile raggiungere soltanto insieme ai Grünen e che, finito marzo e insediato il nuovo Parlamento con l’AfD come secondo partito, è fuori discussione. Per questo i Verdi insisteranno per rivedere le spese sul riarmo e dirottare invece ampie fette dei fondi previsti sul settore sociale e sulla lotta ai cambiamenti climatici.

Se Merz e l’Spd «pensano che, a causa della minaccia alla sicurezza rappresentata da Putin al Cremlino - e, onestamente, anche da Donald Trump alla Casa Bianca - dovremo semplicemente assecondare tutto questo, allora lo rifiutiamo in toto», ha dichiarato ieri a Berlino uno dei leader dei Verdi tedeschi, Felix Banaszak.

Vertici trilaterali sono al momento in corso. Merz, il capogruppo della Csu Alexander Dobrindt e il capogruppo Spd Lars Klingbeil hanno parlato con entrambi i leader del gruppo parlamentare dei Grünen, Britta Haßelmann e Katharina Dröge, in una stanza del loro gruppo nel Bundestag.  Dröge ha detto che sarebbe giusto convocare il nuovo Parlamento. Se ciò non accade, ha fatto capire, il suo gruppo sarebbe anche pronto a prendere decisioni più rapide. Ma ha messo in chiaro un fatto: i Verdi vogliono una riforma generale riguardante il freno al debito e maggiori investimenti per la transizione. Un compromesso sembra possibile, ma per Merz il tempo stringe. Una sessione straordinaria del Bundestag è prevista per dopodomani. L’aspirante Cancelliere ha 48 ore per trovare una soluzione.

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.